IL MNEMONISTA

Valutazione
Accettabile-riserve, ambiguità
Tematica
Metafore del nostro tempo
Genere
Metafora
Regia
Paolo Rosa
Durata
90'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Lara Fremder, Paolo Rosa con la collaborazione di Giuliano Corti ispirato ad un testo dello psichiatra Aleksandr R.Lurjia
Musiche
Luca Francesconi
Montaggio
Jacopo Quadri

Orig.: Italia (2000) - Sogg.: ispirato ad un testo dello psichiatra Aleksandr R.Lurjia - Scenegg.: Lara Fremder, Paolo Rosa con la collaborazione di Giuliano Corti - Fotogr.(Panoramica/a colori): Fabio Cirifino - Mus.: Luca Francesconi - Montagg.: Jacopo Quadri - Dur.: 90' - Produz.: Daniele Maggioni, Gianfilippo Pedote.

Interpreti e ruoli

Sandro Lombardi (S), Roberto Herlitzka (L), Sonia Bergamasco.

Soggetto

Un uomo, di nome S.,musicista, parla rivolto alla m.d.p. e dice di non riuscire più a suonare: la forza incredibile della sua memoria gli impedisce di dedicarsi agli strumenti musicali, ogni segnale con cui entra in contatto diventa immagine che si deposita dentro la mente,creando un affollamento insopportabile di ricordi. Un illustre psicologo, L, lo segue e cerca di studiare i sintomi di quella patologia. S, ricorda la casa dove è nato, poi i momenti in cui con l'immaginazione riesce a farsi diventare la mano fredda o calda. Non riuscendo a concentrarsi sulla musica, S. fa vari lavori in giro, poi viene scritturato per fare spettacoli imperniati sulla memoria. Ma anche il contatto con il palcoscenico non serve a migliorare la situazione. S. conclude, dicendo: "Sono arrivato ad un punto di saturazione. Devo pulirmi la testa, bruciare i quaderni pieni di cose inutili. Cancellare ciò che non serve".

Valutazione Pastorale

La vicenda è realmente accaduta nel 1965: é stata ed é oggetto di molti studi da parte degli psichiatri, e proprio al libro scritto da uno di questi si ispira la sceneggiatura. Come prendere dunque il film? Dal punto di vista realistico? Forse, ma certo la realizzazione va in tutt'altra direzione. Il regista infatti sceglie un taglio narrativo che soprattutto tende alla dimensione onirica e all'annullamento temporale: siamo calati in atmosfere prive di identificazione. Allora più plausibile sembra scegliere un approccio di tipo metaforico. La vicenda di S. diventa emblematica di uno condizione esistenziale, che si potrebbe riassumere così: quando in una persona si concentrano immagini e idee da fonti diverse, tale persona si satura e perde la possibilità di avere una vita autentica, diventa un fenomeno da mostrare sul palcoscenico. Attraverso la metafora, si arriva ad una denuncia dell'aggressione che certo tipo di comunicazione esercita sulla persona. C'è il rischio che la comunicazione sociale, basandosi solo sulla quantità, distrugga l'uomo e la sua memoria. In questa ottica il film si pone come un utile campanello d'allarme. Certo lo stile é ermetico, non semplice, accostabile con qualche difficoltà e ciò porta a qualche inevitabile confusione. Dal punto di vista pastorale, per quanto detto sopra, il film è da valutare come accettabile, segnalando qualche riserva per le possibili ambiguità che il racconto presenta. UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si indirizza per proiezioni mirate, dove sia possibile riflettere sulle complesse suggestioni che la storia propone.

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