IL MONDO ALLA ROVESCIA *

Valutazione
Accettabile-riserve, Problematico
Tematica
Genere
Metafora
Regia
Isabella Sandri
Durata
116'
Anno di uscita
1996
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Giuseppe M. Gaudino, Giuseppe Rocca, Isabella Sandri Isabella Sandri
Musiche
Epsilon Indi
Montaggio
Iacopo Quadri, Giuseppe M. Gaudino

Sogg.: Isabella Sandri - Scenegg.: Giuseppe M. Gaudino, Giuseppe Rocca, Isabella Sandri - Fotogr.: (panora-mica/ a colori) Tarek Ben Abdallah, Fabio Iaquone - Mus.: Epsilon Indi -Montagg.: Iacopo Quadri, Giuseppe M. Gaudino - Dur.: 116' - Produz.: Gaundri Film, Overlook

Interpreti e ruoli

Francesca Antonelli (Chiara), Marcello Ferrari (Nino), Anna Recchimuzzi (Rosa), Dada Morelli, Renzo Rossi, Remo Remotti, Lucia Andreotti, Rossana Spadoni, Silvana Bosi, Ludovico Pesce, Luigi Lucci, Giuliano Scaranello.

Soggetto

Nei primi anni '70, in un piccolo centro nelle campagne di Rovi-go, si fa festa per due neonati, figli di due coppie di gente modesta. Sono Nino e Chiara, nati lo stesso giorno: hanno diritto a due alberelli identici che vengono piantati in terra. Trascorsi ormai venti anni Chiara non ha avuto una vita felice (sebbene non sofferente economicamente): la madre, soggiogata da un marito autoritario e meschino, lo tradisce; il padre lavora in una picco-la impresa industriale, il cui capo, da lui venerato, viene arrestato dalla Guar-dia di Finanza, per cui l'avvenire si fa cupo. D'altra parte, i suoi rapporti sono sempre difficili e bruschi con la figlia. Quanto a Nino egli è cresciuto "coccolato" al massimo dalla nonna Rosa, una donna assai grassa ma di gran cuore, che conduce un'esistenza modesta presso un anziano dottore e si priva di tutto per provvedere al giovane che è orfano. Tipo di per sé inerte e sfac-cendato, Nino non trova nelle scarse possibilità locali aperture alla sue ambi-zioni: per intanto fa l'aiuto pizzaiolo e tutte le sue energie si concentrano nel gioco del lotto (tanto chi paga è la nonna Rosa). Nino e Chiara si amano (ma gli alberelli sfumano nella lontananza dei ricordi): di fatto i due hanno già avuto dei rapporti e non hanno alcuna prospettiva di lavoro, né di nozze ed autonomia. La nebbiolina del Po e del Polesine sembra attutire ogni senti-mento ed iniziativa e precludere ogni speranza. Finché Rosa si decide a pri-varsi del suo residuo "tesoro" (una semplice scatola d'argento) di fronte alla ennesima, forte puntata del nipote, il quale con la vincita per lui sicura -pensa di metter su in società una pizzeria sull'autostrada. Con quel denaro, lavoro e matrimonio sarebbero un sogno realizzato. Persi al gioco anche que-sti soldi, la nonna muore per infarto: l'anziana donna ha pagato con la vita il suo grande affetto per Nino. Resta ai due giovani solo la speranza, ma anche il dovere di praticare scelte responsabili e coraggiose, se vogliono seriamente affrontare l'avvenire.

Valutazione Pastorale

Una metafora, palesemente ispirata a ricordi ed a elementi attinti nella memoria anche personale. Una storia leggera ed una narrazione fluida, tuttavia mai banale pur nella semplicità. Il paesaggio e soprattutto il clima umano la piccola vita quotidiana, i suoi ritmi e limiti -appaiono citati con misura e affetto. L'effetto totale è di equilibrio e discre-zione (perfino nelle scene dove agiscono i due giovani innamorati). Il gusto nella raffigurazione cinematografica di un mondo rovesciato è dato da un globo, che imprigiona un uomo a testa in giù, portato in riva al fiume. Questo dettaglio, come altri (vedasi il Caronte padano con il barchino) testimoniano la irruzione in scena di certi particolari còlti, che evidentemente la regista non ignora (e forse predilige) nel rendere evidenti i momenti sognati. Il film è in definitiva gradevole, malgrado l'inevitabile ricorso ai toni del patetismo. Alcune scene e situazioni motivano le riserve.

Le altre valutazioni

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