IL NEMICO INVISIBILE

Valutazione
Consigliabile, Problematico
Tematica
Malattia, Politica-Società, Potere, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Paul Schrader
Durata
94'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The Dying of the Light
Distribuzione
Barter Entertainment
Musiche
Frederik Wiedmann
Montaggio
Tim Silano

Orig.: Stati Uniti (2014) - Sogg. e scenegg.: Paul Schrader - Fotogr.(Scope/a colori): Gabriel Kosuth - Mus.: Frederik Wiedmann - Montagg.: Tim Silano - Dur.: 94' - Produz.: Scott Clayton, Gary A. Hirsch, Todd Williams.

Interpreti e ruoli

Nicolas Cage (Evan Lake), Anton Yelchin (Milton Schultz), Alexander Karim (Muhammad Banir), Irene Jacob (Michelle Zuberain), Adetomiwa Edun (Mbui), Robert G. Slade . (James Clifton)

Soggetto

Circa venti anni addietro, Evan Luke, agente CIA, caduto prigioniero durante un’azione di guerra, era stato torturato ferocemente da Muhammad Banir, riportando profonde ferite fisiche e morali. Liberato dalle forze speciali, la CIA ritenne Banir morto durante il salvataggio e chiuse il caso. Oggi però Luke non si è ancora rassegnato. Informazioni determinanti emergono a lasciare l’impressione che Benir sia vivo. Lake però soffre di demenza frontotemporale, ossia di forti disturbi cognitivi, e sa che il tempo per riprendere in mano il caso è ben poco…

Valutazione Pastorale

Paul Schrader è un tipo senza compromessi. Quando prende in mano un personaggio, non lo molla finché non lo ha rivoltato in mille modi, scrutato e messo a nudo da ogni lato. Così sono nati i copioni di "Taxi Driver" e di "Toro scatenato". Così, quando ha cominciato a mettere l’occhio dietro la m.d.p., ha scrutato a fondo, tra gli altri, i protagonisti in "American Gigolo" (1980), "Mishima" (1985), "Affliction" (1997), e il recente "The Canyons" (2013). Abituato a confinare storie e personaggi negli spazi di confronti psicologici senza respiro, Schrader non ha timore di gettarsi sul terreno rischioso e poco malleabile della mitologia americana. E di sostituire alcuni vecchi protagonisti con nuovi interpreti. Così a fronteggiarsi con l’agente della CIA c’è un combattente islamico, forse terrorista, forse nemico. Di certo Evan Luke combatte contro i nemici del nuovo mondo, contro la malattia che lo incalza, contro la solitudine che lo attanaglia. E Evan Lake è, più che mai, lo specchio di un’America smarrita, nuda, indebolita dalle cento guerre dichiarate in ogni parte del mondo, eppure inesorabilmente legata al bisogno dei ‘valori’ di una volta. E’ bravo Schrader a giocare con la malattia come morbo che scardina le difese, come siero che consuma e corrode, metafora di un male sociale più profondo. Nicolas Cage offre a Eval Luke i tratti azzeccati di un debole anziano non rassegnato. Molte suggestioni attraversano il film che, da punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e nell'insieme problematico.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successivo occasioni per un pubblico che predilige storie tese e incalzanti sul versante del thriller politico.

Le altre valutazioni

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