IL PAZIENTE INGLESE * *

Valutazione
ambiguo, Discutibile, Dibattiti
Tematica
Letteratura, Malattia
Genere
Drammatico
Regia
Anthony Minghella
Durata
160'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
THE ENGLISH PATIENT
Distribuzione
Cecchi Gori Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Anthony Minghella tratto dal romanzo di Michael Ondaatje
Musiche
Gabriel Yared
Montaggio
Walter Murch

Sogg.: tratto dal romanzo di Michael Ondaatje - Scenegg.: Anthony Minghella - Fotogr.: (normale/a colori) John Seale - Mus.: Gabriel Yared - Montagg.: Walter Murch -Dur.: 160' - Produz.: Saul Zaentz

Interpreti e ruoli

Ralph Fiennes (Laszlo De Almasy), Kristin Scott-Thomas (Katherine Clifton), Juliette Binoche (Hana), Willelm Dafoe (David Cara-vaggio), Julian Wadham (Peter Madox), Naveen Andrews (Kip), Colin Firth (Geoffrey Clifton), Kevin Whately, Jurgen Prochnow, Clive Merrison, Nino Castelnuovo, Michem Rostom, Peter Ruhring

Soggetto

Alla fine della seconda guerra mondiale, un uomo gravemente ferito viene condotto da Hana, infermiera franco-canadese, in un monastero diroccato in Toscana. Il paziente, con un filo di voce, dice di di non ricordare niente di sè e del proprio passato L'unico indizio per capire qualcosa è un libro che si porta dietro, una copia delle storie di Erodoto. Nel monastero arriva poco dopo un altro canadese di nome Caravaggio che ha le mani coperte a metà e non vuole rivelarne il motivo. Ma ben presto viene fuori che Caravaggio è stato in Nord Africa durante la guerra, e che proprio lì il paziente è stato ferito. Sul filo del ricordo, si dipana allora la storia che aveva visto alla fine degli anni Trenta il paziente, ossia il conte d'origine ungherese Laszlo, entrare nel gruppo della Royal Geographic Society che doveva dise-gnare le mappe delle zone desertiche, e qui innamorarsi, ricambiato, della bella Katherine, moglie dell'aristocratico Geoffrey, entrambi nella spedizio-ne. Poi lo scoppio della guerra, la difficoltà di conciliare la storia d'amore con le necessità militari, i doveri contro il nemico, le differenze di nazionalità: Katharine resta sola nel deserto e muore abbandonata, Laszlo è ferito, Hana lo cura con paziente ma quando si capisce che tutto è inutile, è Laszlo stesso ad invitarla a porre fine alla sua sofferenza. Hana però, da quel tragico episodio, trova la forza per andare avanti e cominciare una nuova vita.

Valutazione Pastorale

Difficile riassumere in poche righe una vicenda che si protrae per due ore e tre quarti, con tante situazioni, personaggi collaterali, notazioni di contorno in un continuo rinvio tra l'azione principale e i vari fla-shback. Ma il film, nell'insieme, si segue volentieri, è un po' sovrabbondan-te, qua e là dispersivo, calato in un clima romantico dove dominano passione e sentimenti esasperati. Certo, dal punto di vista pastorale, il tono da melo-dramma comporta il rischio di dare accenti quasi eroici a situazioni non pro-prio esemplari: il comportamento di Katharine, qualche crudezza eccessiva, la sostanziale assenza di speranza o di momenti di riflessione interiore, il ricorso, nel finale, al gesto dell'eutanasia che, seppure visto nell'ottica di un clima bellico, non va mai considerato con troppa disinvoltura. Tutti questi motivi rendono il film ambiguo, pur senza sminuirne un sostanziale valore complessivo. Utilizzazione: Per il suo andamento delicato e coinvolgente, il film può essere utilizzato anche in programmazione ordinaria, con una doverosa atten-zione per i minori. Consigliabile anche l'uso per dibattiti, in circostanze rela-tive ad una riflessione su argomenti quali la guerra e i sentimenti, il dolore, i limiti della sofferenza, il rapporto cinema-letteratura, essendo il film tratto dal romanzo omonimo.

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