IL POSTINO **

Valutazione
Raccomandabile, Poetico
Tematica
Famiglia, Politica-Società
Genere
Apologo
Regia
Michael Radford
Durata
113'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
IL POSTINO
Distribuzione
Cecchi Gori Group
Soggetto e Sceneggiatura
Anna Pavignano, Michael Radford, Furio Scarpelli, Giacomo Scarpelli, Massimo Troisi Liberamente ispirato al romanzo "Ardiente Paciencia" di Antonio Skarmeta
Musiche
Luis Enrique Bacalov
Montaggio
Roberto Perpignani

Sogg.: Liberamente ispirato al romanzo "Ardiente Paciencia" di Antonio Skarmeta - Scenegg.: Anna Pavignano, Michael Radford, Furio Scarpelli, Giacomo Scarpelli, Massimo Troisi - Fotogr.: (panoramica/a colori) Franco di Giacomo - Mus.: Luis Enrique Bacalov - Montagg.: Roberto Perpignani - Dur.: 113' - Produz.: Penta Film, Esterno Mediterraneo Film

Interpreti e ruoli

Massimo Troisi (Mario), Philippe Noiret (Pablo Neruda), Maria Grazia Cucinotta. (Beatrice Russo), Anna Bonaiuto (Matilde), Linda Moretti (Donna Rosa), Renato Scarpa (Il Telegrafista), Mariano Rigillo (Di Cosimo)

Soggetto

in un'isola del sud d'Italia, nel 1948, il poeta cileno Pablo Neruda, esiliato, vi si rifugia con la giovane ed affezionata consorte Matilde. Al disoccupato Mario, figlio di un pescatore con scarsa vocazione per il mare, non par vero accettare l'incarico di postino ausiliario dal locale capo-ufficio, Giorgio, comunista militante. Deve solo consegnare la nutrita corrispondenza del poeta, di cui inizia a leggere il "Canto general", e col quale instaura a poco a poco, chiedendogli delucidazioni sulla sua "ars poetica", un rapporto di amicizia. Il poeta riceve per il suo compleanno un messaggio registrato dal Cile e fa incidere sul dittafono un saluto per i suoi amici a Mario, che come cosa più bella dell'isola cita Beatrice Russo, la giovane barista di cui si è invaghito e che riesce a conquistare con le "Metafore" apprese dal poeta, che ha addirittura accompagnato il giovane all'osteria, dedicandogli pubblicamente una poesia. Beatrice, affascinata, nonostante il divieto della zia di rivederlo, si concede a Mario e alle nozze riparatrici Neruda fa da testimone, nonostante le perplessità del curato. Frattanto l'esilio viene revocato ed il poeta può ritornare in patria. Passano cinque anni e Mario segue le vicende dell'illustre amico sui cinegiornali, ed alla radio, ma l'unico segno è la lettera del segretario del poeta che richiede libri ed oggetti lasciati sull'isola, dove, grazie al deputato della Democrazia Cristiana Di Cosimo, sono finalmente iniziati i lavori dell'acquedotto. Mario, che aspetta un figlio, registra per l'amico lontano i rumori dell'isola, la voce del mare e del vento, ed il battito cardiaco del nascituro. Ma dopo la vittoria della Democrazia Cristiana, i lavori vengono interrotti, e Mario è sempre più impegnato nel partito comunista. Cinque anni dopo, Neruda e la moglie entrano di nuovo nell'osteria di Beatrice, e vi trovano Pablito, il figlio di Mario. Ma quest'ultimo non lo ha nemmeno visto nascere: è morto a Roma durante un comizio dove doveva dar lettura di una poesia scritta in onore di Neruda.

Valutazione Pastorale

ciò che coinvolge ed emoziona di più in questo film è il rapporto specialissimo che si crea tra l'umile uomo del popolo ed il grande poeta, che proprio dall'incontro con un umile minatore, in patria, come confida al nuovo amico, ha tratto l'ispirazione per il suo capolavoro, il "Canto general", la cui lettura accende nell'anima semplice e sensibile del giovane un fuoco nascosto, che le conversazioni col poeta alimentano e fanno esplodere nell'amore verso la sua Beatrice e verso la poesia. Delineato con accorta dosatura, in un credibile e toccante crescendo, coinvolge profondamente l'avvicinamento tra le due anime, così diverse per cultura e tradizione, ma così simili per la capacità di stupirsi di fronte allo spettacolo della natura ed alla forza ammaliante dei sentimenti, e fa sorridere, seppur con malinconia, la maschera, qui particolarmente intensa, di Troisi, i cui dialoghi con l'altro protagonista del film, l'ottimo Noiret, costituiscono la parte più convincente e godibile della pellicola. Un film dai valori spirituali, formali e cinematografici che non si esita a definire raccomandabile.

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