IN MY COUNTRY

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti*
Tematica
Giustizia, Libertà, Politica-Società, Razzismo, Solidarietà-Amore, Storia
Genere
Drammatico
Regia
John Boorman
Durata
104'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Gran Bretagna, Irlanda
Titolo Originale
County of my scull
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Ann Peacock tratto dal libro "County of my scull" di Antjie Krog
Musiche
brani tradizionali sudafricani
Montaggio
Ron Davis

Orig.: Gran Bretagna/Irlanda (2004) - Sogg.: tratto dal libro "County of my scull" di Antjie Krog - Scenegg.: Ann Peacock - Fotogr.(Normale/a colori): Seamus Deasy - Mus.: brani tradizionali sudafricani - Montagg.: Ron Davis - Dur.: 104' - Produz.: Robert Chartoff, Mike Medavoy, John Boorman, Kieran Corrigan, Lynn Hendee, David Wicht.

Interpreti e ruoli

Samuel L.Jackson (Langstone Whitfield), Juliette Binoche (Anna Malan), Brendan Gleeson (De Jager), Menzi 'Ngubs' Ngubane (Dumi Mkhalipi), Sam Ngakane (Anderson), Aletta Bezuidenhout (Elsa), Lionel Newton (Edward Morgan), Langley Kirkwood (Boetie), Owen Sejake . (rev.do Mzondo)

Soggetto

Dicembre 1995. In Sudafrica si mette al lavoro la Commissione per la Verità e la Riconciliazione sugli omicidi e le torture avvenuti durante gli anni dell'apartheid. Tra i giornalisti ammessi a seguire le udienze in tribunale si incontrano Langston Whitfield, un afro-americano inviato del Washington Post, e Anna Malan, una bianca nativa del luogo incaricata di un programma radiofonico. Tra i due all'inizio c'è molta freddezza: lui non crede che tanti crimini possano essere risarciti con una semplice, pubblica ammissione di colpa; lei pensa che si debbano evitare nuove vendette. Mentre si susseguono le dolorose testimonianze delle vittime, i due capiscono di dovere mettere in gioco il proprio senso di identità. Per Langston la prova più dura é l'intervista che porta avanti con De Jager, uno dei generali che tuttavia dichiara di aver sempre eseguito ordini. Per Anna ci sono da una parte i genitori, orgogliosi del loro passato, dall'altra la terribile scoperta della complicità nei crimini anche del fratello, che subito dopo si toglie la vita. Molto scossi, Langstone e Anna si lasciano andare ad un momento di reciproca intimità, che non sanno nè vogliono respingere. Anna tuttavia, madre di tre figli, lo rivela poi al marito,al quale chiede perdono. Quando la Commissione termina il proprio lavoro, il Sudafrica sa che potrà avviarsi verso un futuro più giusto. Anna e Langston si salutano. Lui torna negli USA e regala al figlioletto il bastone datogli da un vecchio sudafricano di colore, come testimone del passaggio tra generazioni.

Valutazione Pastorale

Tratto dal libro "County of my scull" della boera Antjie Krog, giornalista e poetessa, il film segue la formula, usata con frequenza, della mescolanza tra realtà e fiction. La cornice, come si sa, è tutta vera: l'uscita del Sudafrica dal buio dell'apartheid, il trionfo di Mandela, l'istituzione della Commissione per la Verità e la Riconciliazione, che ha provveduto ad ascoltare ad uno ad uno migliaia di persone, raccogliendo materiale utile al superamento di un difficilissimo momento storico-politico. Inventati sono i due personaggi principali, che diventano i prototipi di due modi di approcciare quella dolorosa situazione: Anna, la nativa, ferita dal sentirsi 'bianca' e quindi vicina ai colpevoli di tante sofferenze; Langston, lo 'straniero' ma afro-americano quindi sospettoso, scettico, provocatorio. Se sul versante della fiction il copione si lascia andare a passaggi un po' troppo 'costruiti', di facile commozione e mielosi (la mamma di lei, Parigi, la poesia...), ciò non intacca l'importanza dell'operazione diretta dall'esperto Boorman. Si tratta cioè di non dimenticare la 'novità' rappresentata dal Sudafrica: dove, al posto di facili vendette, si è scelta la strada, non semplice e coraggiosa, del confronto e, appunto, della riconciliazione nazionale. Si è scelto il perdono, e non come oblio ma come occasione di recupero di civiltà nell'ottica di una cultura comunitaria più ampia e allargata. Il film dunque non è di denuncia (quei crimini sono tutti scritti e resi noti), ma di ricordo, quanto mai utile e opportuno. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare dunque come positivo, accettabile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e recuperato come avvio alla riflessione su temi civili, sociali e religiosi di grande rilevanza e attualità.

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