IN THE SOUP (UN MARE DI GUAI)

Valutazione
Discutibile, Scabrosità
Tematica
Genere
Grottesco
Regia
Alexandre Rockwell
Durata
95'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
IN THE SOUP
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Alexandre Rockwell, Tim Kissel
Musiche
Mader
Montaggio
Dana Congdon

Sogg. e Scenegg.: Alexandre Rockwell, Tim Kissel - Fotogr.: (normale/b.n.) Phil Parmet - Mus.: Mader - Montagg.: Dana Congdon - Dur.: 95' - Produz.: Jim Stark, Hank Blumenthal

Interpreti e ruoli

Seymour Cassel (Joe), SteveBuscemi (Adolpho Rollo), Jennifer Beals (Angelica), Will Patton (Skippy), Stanley Tucci (Gregoire), Pat Moya (Dang), Jim Jarmusch (Monty), Carol Kane (Barbara), Francesco Messina, Steven Randazzo, Sully Boyer

Soggetto

il giovane Adolpho Rollo, newyorkese, è intenzionato a realizzare un film eccezionale e lavora con accanimento su un voluminoso copione, senza un dollaro in tasca neppure per pagare l'affitto dello squallido alloggio che occupa in Lower East Side, e da cui l'inesorabile proprietario è deciso a cacciarlo. L'aspirante-regista è quindi costretto a mettere una inserzione sul giornale per vendere il suo copione al miglior offerente. Si presenta pertanto Joe, un mafioso da strapazzo, che lo infastidisce da tempo con scoperte avance omosessuali. Senza via di scampo, il riluttante Adolpho vende il copione al losco individuo, che glielo paga generosamente, col segreto intento di vincere le ritrosìe dello sprovveduto giovanotto e di farsene pure un socio per i suoi criminosi disegni. Sotto gli occhi fra ammirati e stupefatti di Adolpho, infatti, Joe ruba automobili, svaligia abitazioni, ricetta merce rubata, sempre dichiarandosi disponibile a finanziargli il film. Insensibilmente, Adolpho si trova coinvolto nelle imprese spavalde di Joe, insidiato dal suo vivere turbinoso e disordinato, pieno di soldi e di guai, con l'alloggio invaso da gente equivoca e una spregiudicata ragazza a disposizione. A questa "nobile" scuola di vita, Adolpho maturerà le sue capacità registiche.

Valutazione Pastorale

film affastellato e confuso, bizzarro e sconnesso che ammucchia in un coacervo di squallore un intero sottobosco di figure equivoche e senza legge, "impreziosito" da grossolanità verbali. Volutamente provocatoria e anticonformista, tematicamente sornione in quella sua pretesa di indicare la via giusta per diventare un vero cineasta, il lavoro si evidenzia solo per il taglio grottesco e improbabile che dissuade anche i più sprovveduti dal prenderlo sul serio. Numerose le scabrosità.

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