INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO

Valutazione
Accettabile, brillante * * *
Tematica
Avventura
Genere
Avventuroso
Regia
Steven Spielberg
Durata
125'
Anno di uscita
2008
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull
Distribuzione
Universal Pictures International Italia
Soggetto e Sceneggiatura
David Koepp Jeff Nathanson dai personaggi creati da George Lucas e Philip Kaufman
Musiche
John Williams
Montaggio
Michael Kahn

Orig.: Stati Uniti (2008) - Sogg.: Jeff Nathanson dai personaggi creati da George Lucas e Philip Kaufman - Scenegg.: David Koepp - Fotogr.(Scope/a colori): Janusz Kaminski - Mus.: John Williams - Montagg.: Michael Kahn - Dur.: 125' - Produz.: Frank Marshall.

Interpreti e ruoli

Harrison Ford (Indiana Jones), Karen Allen (Marion Ravenwood), Cate Blanchett (Irina Spalko), Shia Labeouf (Mutt Williams), John Hurt (Abner Ravenwood), Ray Winstone (Mac), Jim Broadbent (preside di Yale), Joel Stoffer . (agente Taylor)

Soggetto

Nel 1957, durante la guerra fredda, il professor Jones, deluso perché il Governo lo sospetta di attività a favore dei sovietici, sta per lasciare gli States quando è avvicinato da un certo Mutt. Il giovane gli propone di aiutarlo a trovare il leggendario Teschio di Cristallo di Akator sulla base di alcuni disegni entrati in possesso della mamma di lui. Il viaggio comincia, pieno di pericoli infiniti e con alle calcagna la malvagia Irina, pronta a impadronirsi del trofeo. Durante l'accidentato percorso ecco Marion, la mamma di Mutt, di cui Jones scopre di essere il padre. Il Teschio viene recuperato, e Jones e Marion finalmente si sposano.

Valutazione Pastorale

Quasi venti anni dopo il numero tre (Indiana Jones e l'ultima crociata, 1989), questa ripresa del mito 'Indiana Jones' si conferma scelta azzeccata e opportuna. Se Harrison Ford vince la scommessa di mostrarsi ancora sufficientemente agile e giovanile (l'età avanza), forse il merito maggiore va ancora a Spielberg, capace di costruire un regia tutta azione e concretezza, senza pause o zone morte. Risalta sopratutto l'abilità nel non farsi 'dominare' dalla prepotenza degli effetti speciali, che in molti recenti blockbuster americani hanno troppo spazio e azzerano le suggestioni del copione. Qui le atmosfere anni 50 non sono solo quelle in cui si svolge la storia ma anche quelle del modo di 'girare'. Sapori giusti per fare un cinema d'avventura allo stato puro, e per dire alla fine, senza temere banalità, che il vero tesoro è quello della conoscenza. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, e, grazie a un costante umorismo, anche brillante. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre in altre occasioni come spettacolo piacevole per tutti i tipi di pubblico.

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