Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg. e scenegg.: Jocelyn Moorhouse, P.J.Hogan - Fotogr.(Scope/a colori): Remi Adefarasin - Mus.: James Newton Howard - Montagg.: Robert C.Jones - Dur.: 123' - Produz.: Jocelyn Moorhouse, Patricia Whitcher, Jerry Zucker.
Interpreti e ruoli
Kathy Bates (Grace), Rupert Everett (Dirk), Dan Aykroyd (Max), Jonathan Pryce (Victor Fox), Julie Andrews (se stessa)
Soggetto
A Chicago Grace, mentre cerca di essere ammessa a partecipare allo show televisivo cui interverrà il prediletto cantante Victor Fox, viene lasciata dal marito Max, che si dice bisognoso di nuove, più forti esperienze. Grace é scelta con altre cinque, ma lo spettacolo non va in scena perché Victor viene inopinatamente assassinato dal misterioso Balestra killer. Per reagire alla doppia delusione, Grace decide di andare in Inghilterra per assistere ai funerali di Victor. Arrivata nel paesino di Lore, in una sperduta campagna, Grace, dopo momenti di confusione, riesce a capire che é in corso una disputa relativa alla casa di Victor; e che il primo pretendente, tuttavia non in grado di dimostrarlo, é il suo convivente Dick. Victor insomma era omosessuale, ma in quel paesino britannico non è notizia che possa girare con tranquillità. Riuscita con calma e pazienza a placare il nervosismo di Dick, Grace lo convince a tornare insieme a Chicago per cercare il balestra killer. A loro due si unisce la nuora di Grace, una nana piena di vitalità. Intanto Max, esaurito l'entusiasmo per la fuga, vorrebbe tornare a casa, ma ora Grace gli fa credere di aver una storia con Dick, e lo mette di fronte alla necessità di un forte cambiamento nelle loro vite. Di notte Grace, Dick e la nuora tornano sul posto dove è stato ucciso Victor. Aspettano il killer, avendo capito che è attirato da quelli che cantano. Quando arriva, scoprono che si tratta del ragazzo che fa il lavavetri a casa di Grace. Dopo una colluttazione , il killer viene eliminato. Ora Grace, più sicura di sè, può gestire ciò che la riguarda. Invitata di nuovo alla trasmissione televisiva, stavolta canta, come aveva sempre desiderato,e tutti la applaudono, a cominciare dal marito. E sullo sfondo appare anche Victor.
Valutazione Pastorale
Si tratta di una commedia che, nell'arco di un'ampia distensione narrativa (oltre 2h), attraversa varie tonalità, passando dal brillante, al sentimentale, al kitsch, al grottesco forse in modo prevalente. La fusione tra queste varianti arriva dalla opportunità, offerta dal copione, di mettere insieme stereotipi di differente provenienza: quelli americani (la 'rivolta' di breve durata del marito, che subito fa marcia indietro; la mania di apparire in televisione); quelli inglesi (l'acido umorismo delle parti girate in Gran Bretagna, con il morto vestito da donna in chiesa mentre Julie Andrews canta a piena voce); quell'atmosfera tra sogno e fantasia creata dal regista, l'australiano P.J.Hogan. Ne esce un racconto tanto strano quanto originale e accattivante, capace di trattare con intelligenza i temi della diversità, dello smascheramento dell'ipocrisia, della rottura degli schemi. Dal rincorrersi un po' confuso di fatti e azioni emerge un invito a non lasciarsi andare alla pigrizia e a recuperare una precisa identità nel quotidiano. Per questi aspetti concreti e propositivi, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, con riserve per qualche passaggio un po' sopra le righe e per la delicatezza delle situazioni, comunque problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare per affrontare, anche in un'ottica di commedia, argomenti attuali e non banali quali quelli sopra indicati.
