ITALIA – GERMANIA 4-3 *

Valutazione
Accettabile-riserve, Realistico
Tematica
Amicizia
Genere
Commedia
Regia
Andrea Barzini
Durata
84'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
ITALIA - GERMANIA 4-3
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Andrea Barzini, Umberto Marino liberamente tratto dalla omonima commedia di Umberto Marino
Musiche
Alessio Vlad, Claudio Capponi
Montaggio
Giancarlo Ranieri

Sogg.: liberamente tratto dalla omonima commedia di Umberto Marino - Scenegg.: Andrea Barzini, Umberto Marino - Fotogr.: (normale/a colori) Enzo Ghinassi - Mus.: Alessio Vlad, Claudio Capponi - Montagg.: Giancarlo Ranieri - Dur.: 84' - Produz.: Rai Due

Interpreti e ruoli

Fabrizio Bentivoglio (Francesco), Nancy Brilli (Giulia), Giuseppe Cederna (Antonio), Massimo Ghini (Federico)

Soggetto

tre amici ex compagni di scuola e di bravate sessantottesche si ritrovano insieme, dopo un ventennio, nella villa della moglie di uno di loro, Giulia, per una rimpatriata celebrativa in occasione della replica televisiva della famosa partita di calcio Italia Germania svoltasi ai mondiali di città del Messico. Giulia era la più ambita della scuola, ma la fortuna di averla in moglie è toccata a Francesco, figlio del custode della villa, ora stimato dirigente bancario; Federico, il più avventato dei tre, è un pubblicitario di successo, rimasto scapolo gaudente; il meno fortunato sembra Antonio, ora professore di scuola media, piuttosto severo ed esigente per il suo retroterra di sessantottino, avente "diritto" al "6 politico". L'avventura di un paio d'anni di carcere immeritato, per una mototov lanciata sconsideratamente da un amico, l'ha inoltre frustrato. Riunitisi nell'intento di rivivere le emozioni di quella lontana partita fortunata, ricreandone fin nei particolari l'atmosfera, i vecchi amici, ora sulla quarantina, si trovano inaspettatamente a riflettere sull'oggi della loro vita, dopo le scalmane giovanili: emergono così gli screzi coniugali di Francesco e Giulia; l'insoddisfazione esistenziale di Federico, il rancore rimasto ad Antonio per quell'infausta bomba molotov, e per la meschinità di Federico, che gliene ha lasciato scontare le conseguenze di due anni di carcere immeritato senza prendersene doverosamente la responsabilità. Costretti, loro malgrado, nel grigiore dei ricordi a mettere a nudo la propria coscienza i tre amici finiscono col ritemprare l'amicizia e col ritrovare il brio e la spensieratezza per una bravata finale, alquanto anacronistica, è vero, ma ravvivata da qualche sprazzo dell'antica, ridente, gogliardia.

Valutazione Pastorale

lo spunto del ritrovarsi insieme, in età matura, a riandare i tempi delle proteste e delle pretese giovanili, non è nuovo, ma pur sempre stimolante. Originale è semmai il modo diverso di "rivisitare" il 68, libero dal clichè ormai consunto di rivederlo da delusi, frustrati e ripiegati sull'accettazione passiva dell'ineluttabile, con sterile nostalgia. C'è un'ironia precisa nel film di Barzini, a cominciare dalle immagini di velleitari "compagni" e "compagne" figli di papà, che arrivano a scuola scortati dalla polizia e "licenziano" con sufficienza le ragazze, per dedicarsi seriosamente ai loro compiti virili di rompitutto. E originale è la caratterizzazione dei tre nello scorrere delle prime sequenze: il pubblicitario rampante a bordo di una macchina di lusso, che si serve del radiotelefono per i suoi appuntamenti galanti; il bancario afflitto dai difficili rapporti con la moglie nella splendida villa di lei; il professore in motocicletta, dopo una ripetizione a ragazzi svogliati e tardi di mente. In seguito, il racconto dell'incontro rievocativo contrappuntato dai momenti della partita, che bene o male risvegliano nei tre qualcosa dei passati entusiasmi di tifosi procede alquanto stancamente, relegando ai margini l'episodio più grave del loro ieri, quella molotov scagliata troppo impulsivamente, senza poi il minimo tentativo di scagionare l'amico erroneamente imputato del fatto. Contraddittoria poi vi risulta la figura di Giulia, lasciata all'interpretazione pur notevole di Nancy Brilli, intenta a supplire le carenze della sceneggiatura. Le premesse per un buon film esistono, ma vengono in parte dissipate, nonostante la pur apprezzabile professionalità di regista e interpreti, rendendo alquanto labile la tematica positiva di un'amicizia che resiste al tempo e alle avversità. Qualche riserva per intemperanze di linguaggio e situazioni moralmente disinvolte.

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