LA CASA DELLA GIOIA

Valutazione
Discutibile, Problematico, dibattiti**
Tematica
Donna, Letteratura, Matrimonio - coppia, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Terence Davies
Durata
140'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
The house of mirth
Distribuzione
BIM - Columbia TriStar Films Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Terence Davies tratto dal romanzo omonimo di Edith Wharton
Musiche
selezione di brani di musica classica curata da Adrian Johnston
Montaggio
Michael Parker

Orig.: Gran Bretagna (2000) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Edith Wharton - Scenegg.: Terence Davies - Fotogr.(Scope/a colori): Remi Adefarasin - Mus.: selezione di brani di musica classica curata da Adrian Johnston - Montagg.: Michael Parker - Dur.: 140' - Produz.: Olivia Stewart.

Interpreti e ruoli

Gillian Anderson (Lily Bart), Eric Stolz (Lawrence Selden), Dan Aykroyd (Gus Trenor), Anthony Lapaglia (Sam Rosedale), Laura Linney (Bertha Dorset), Elizabeth McGovern

Soggetto

New York, 1905. La giovane Lily Bart, sola e in precarie condizioni economiche, vive una vita di stenti. Sa che una donna come lei, in quella società, deve sposarsi per affermare se stessa. innamorata dell'affascinante ma altrettanto squattrinato avvocato Selden, Lily gli chiede se svuole sposarla, ma lui dice di no. Le ristrettezze conomiche inducono allora Lily a chiedere aiuto al magnate Gus Trenor. Gus porta Lily a casa propria, ne approfitta e poi la ricatta. Lily vorrebbe riferire tutto a Selden, ma entra in scena Sim Rosdale, un arricchito di modesto livello, che si ofre di mettere tutto a posto. Lily allora accetta di andare in vacanza con i Dorset, arrivano a Montecarlo, e qui lei fa da paravento a Bertha Dorset, la quale però poco dopo la congeda. Dopo l'estate si ripresenta Rosdale, Lily gli dice di volerlo sposare, ma lui rifiuta, afferma di volere di meglio, e le dice addio. A questo punto Lily é costretta a cercarsi un lavoro. Trovatone uno, comincia a bere, si addormenta e viene licenziata. Chiede un prestito ma le viene rifiutato. Riprende in mano alcune lettere che aveva scritto a Selden, va a casa di lui, non lo trova, getta le lettere nel camino e va via. Selòden arriva, trova le lettere, le legge, corre da lei. Troppo tardi, Lily è morta.

Valutazione Pastorale

Dopo "L'età dell'innocenza" diretto da Martin Scorsese, un altro romanzo di Edith Wharton riporta l'attenzione sulla società newyorchese dei primi anni del Novecento. A filtrare la pagina scritta c'é Terence Davis, regista inglese di solito dedito a comporre minuziosi ritratti di nuclei familiari britannici, e qui desideroso di aprirsi ad un confronto storico più ampio. Ne deriva l'affresco di una società impostata e bloccata su regole non scritte ma da tutti accettate e su codici comportamentali che prevedono percorsi obbligati per i diversi protagonisti. Di questo affresco Lily Bart diventa il prototipo della parte perdente, della emarginata, della sacrificata a convenzioni irrinunciabili. L'ineluttabilità di una situazione che porta all'autodistruzione avviene attraverso cadenze lente e sofferte: la parabola di Lily verso la sconfitta deve prima confrontarsi con gelosie, invidie, cattiverie ma anche sentimenti, speranze, e soprattutto la chiarezza di avere dentro dei valori importanti. Lily quindi contro le false apparenze mette in campo solo la propria dignità. La ricostruzione storico-ambientale è molto accurata, il romanzo forse è un po' datato ma offre anche elementi per una lettura più ampia, forse quasi di metafora. Così anche il suicidio finale è soluzione di ribellione e non di rassegnazione. Dramma e melodramma,dunque, ma anche denuncia del male che si può fare con l'invidia e con il pettegolezzo. Film con molti temi in definitiva che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, problematico, e adatto a dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, ma l'utilizzo migliore é forse in occasioni mirate, per affrontare con più cognizione i molti argomenti storico-sociali-letterari che propone. Attenzione per i minori in occasione di passaggi televisivi.

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