LA CASA NEL VENTO DEI MORTI

Valutazione
Futile, superficialità
Tematica
Gangster, Morte, Storia, Violenza
Genere
Horror
Regia
Francesco Campanini
Durata
90'
Anno di uscita
2012
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Francesco Campanini (copie digitali Hard Disk DCP)
Soggetto e Sceneggiatura
Luca Magri, Chiara Agostini Luca Magri
Musiche
Lelio Padovani
Montaggio
Buono Pellegrini, Natalia Cristiani

Orig.: Italia (2012) - Sogg.: Luca Magri - Scenegg.: Luca Magri, Chiara Agostini - Fotogr.(Panoramica/a colori): Raoul Torresi - Mus.: Lelio Padovani - Montagg.: Buono Pellegrini, Natalia Cristiani (supervisione) - Dur.: 90' - Produz.: Francesco Campanini - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Luca Magri (Attilio), Francesco Barilli (Ugo), Marco Iannitello (Ciccillo), Nina Torresi (Agnese), Sara Alzetta (Benigna), Paola Crecchi (Ines), Valeria Colombo (Gigia), Annalisa Schettino (Anita), Adriano Guareschi (Eugenio), Loredana Piedimonte (contessa), Fabio De Caro . (cacciatore)

Soggetto

Appennino parmense, settembre 1947. Quattro disperati sono in fuga tra i boschi, dopo una rapina ad un ufficio postale che ha fruttato un bottino di 10 milioni di lire. Uno, ferito e impossibilitato a camminare, viene eliminato. Gli altri tre, dopo un lungo girovagare, arrivano in una grande casa in apparenza disabitata. A poco a poco escono invece quattro donne di varia età: una signora, le sue due figlie, una zia ritardata. Dopo qualche esitazione, i tre fuggiaschi vengono fatti entrare a invitati a cena. A tavola però, ad un certo punto, tutto cambia. A turno gli uomini vengono legati e torturati, per loro comincia un incubo difficile da fermare. La polizia arriverà quando forse è troppo tardi.

Valutazione Pastorale

La seconda metà degli anni Quaranta del secolo scorso (1945-1949), in coincidenza con la fine della guerra e l'inizio di una difficile ricostruzione, è stata caratterizzata da episodi di cronaca di insolita crudezza. Qualcuno forse ricorderà Attilio Picchioni, detto 'il mostro di Nerola', uno che spargeva chiodi sulla via Salaria per indurre i ciclisti, allora assai frequenti, a bucare, chiedere aiuto e trovarlo da lui, che poi li eliminava e li nascondeva. Una mattanza, riflesso di un periodo di disagi mentali e di crollo degli equilibri. Molti erano usciti vivi dalla guerra ma solo fisicamente mentre privazioni, paure, sofferenze avevano minato le capacità razionali. Come occasione per raccontare quegli anni, l'idea è buona e suggestiva. Purtroppo intorno manca tutto il resto. Il racconto innanzi tutto, spezzettato e disomogeneo nello stile; la recitazione troppo tesa e affrettata; le psicologie approssimative dei personaggi; la mancanza di compattezza tra azione e ambientazione. Alquanto incongrua così arriva la scelta tra horror e splatter: a dire in modo fin troppo esplicito (didascalico) il clima di tensione e di emergenza psicologica accennato sopra. Mancando di unità espositiva, il film non coinvolge e, dal punto di vista pastorale, è da valutare come futile e caratterizzato da superficialità.

Utilizzazione

Poco adatto per la programmazione ordinaria (c'è il divieto ai 14 anni), il film può indirizzarsi per proiezioni mirate, magari per chi conosce gli 'esterni' parmensi nei quali è stato girato. Attenzione è comunque da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

Le altre valutazioni

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