LA CINTURA

Valutazione
Inaccettabile, Avvilente
Tematica
Genere
Commedia
Regia
Giuliana Gamba
Durata
95'
Anno di uscita
1989
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
LA CINTURA
Distribuzione
Medusa Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Francesca Archibugi, Gloria Malatesta, Claudia Sbagigia liberamente tratto dalla commedia di Alberto Moravia
Musiche
Ron
Montaggio
Carlo Bertolucci

Sogg.: liberamente tratto dalla commedia di Alberto Moravia - Scenegg.: Francesca Archibugi, Gloria Malatesta, Claudia Sbagigia - Fotogr.: (panoramica/a colori) Luigi Verga - Mus.: Ron - Montagg.: Carlo Bertolucci - Dur.: 95' - Produz.: Metro film, San Francisco, Reteitalia - Vietato ai minori degli anni quattordici

Interpreti e ruoli

James Russo (Vittorio De Simone), Eleonora Brigliadori Giuliana Galandra (Bianca De Simone Ravelli), Anna Bonaiuto (Madre di Bianca), Karen Moore (Nora), Lidia Broccolino, Riccardo Salvino, Delia D'Alberti

Soggetto

Vittorio De Simone, americano assistente del professore universitario Achille Biondelli, sposato, conosce per caso l'amante di questi, Bianca Ravelli e se ne innamora. Anche la ragazza (che non ha alcuna fiducia negli uomini) è attratta dal giovane e tra loro inizia una tormentata storia d'amore fatta di rimproveri reciproci, ripicche, incomprensioni. Nonostante ciò i due continuano a vedersi, a cercarsi, ad allontanarsi per poi ritrovarsi. Invano lui cerca consolazione dall'amica di un tempo; invano lei è consigliata dalla madre e dalla cameriera Nora a prender poco sul serio quel rapporto. Vittorio che è anche uno scrittore in cerca di fortuna, propone a Bianca di andare a vivere insieme; lei accetta ma è un inferno per i due. Per un nonnulla scoppia un finimondo fino a che un giorno casualmente scoprono che dopo essersi picchiati l'amore è più bello. Iniziano così questo gioco morboso della violenza prima dell'amore, sembrano più calmi, turbati ed attratti da ciò. Dopo un'ennesima scenata, Bianca fugge da Vittorio che è diventato intrattabile anche dopo l'insuccesso di una sua apparizione in televisione. Grazie alle astute manovre di Nora i due si rivedono e decidono di sposarsi. Ricominciano i problemi ma la violenza prima dell'amore salva il rapporto. Una mattina però lei dopo una tormentata notte di passione, sta male: portata in ospedale il medico le dice che ha perso il bambino che aspettava. C'è la denuncia per Vittorio. Alla fine del processo lui viene assolto dall'accusa di violenza nei confronti della moglie poiché questa era consenziente. I due voglio separarsi: lui tornerà a New York, lei andrà a Milano. Ma all'ultimo momento ci ripensano entrambi e vorrebbero riunirsi: ma la loro corsa sfrenata per raggiungere il partner forse non avrà l'esito sperato.

Valutazione Pastorale

è un film sulla perversione sessuale di due persone nevrotiche che non avrebbero mai dovuto incontrarsi e che pur detestandosi si sentono attratte l'uno dall'altra in modo torbido e irrefrenabile. La tesi di fondo dell'opera è che solo dopo la violenza si può raggiungere il piacere: proprio per questo è sconcertante, malsano e negativo fin dalle prime sequenze in cui i due protagonisti (lei insoddisfatta, inquieta e complessata lui perverso, cinico e tormentato) si incontrano e si scontrano in continuazione facendosi del male, destinati ad una perenne incomprensione. Nessuno dei due però intende uscire dal tunnel della schiavitù amorosa pur riconoscendo di vivere una situazione contorta e sgradevole. È una vicenda che può essere pericolosa poiché estrema: i personaggi sono fasulli ed inverosimili nelle loro anomalie e amoralità che rispecchia fedelmente l'atmosfera corrotta e morbosa della commedia di Moravia da cui è tratto il film. È un caso esasperato di deviazione sessuale, presentato però in forma patinata ed artificiosa che vorrebbe sminuire la gravità ma che invece non fa altro che renderlo ancora più pesante. La situazione di questa coppia è esasperante nella sua condizione palesemente patologica e per di più l'insistenza della regista sulle loro vicissitudini rende il film squallido, ripetitivo e noioso. Il dramma dei protagonisti non viene fuori, non coinvolge, è solo un pretesto per portare avanti un discorso riservato esclusivamente a persone tarate. Anche il matrimonio è messo alla berlina, poiché su basi così precarie, non potrà certo funzionare o aggiustare le cose. Inoltre si rileva una mancanza assoluta di espressività in molti attori. Interpretazione monocorde di Vittorio, la fastidiosa e risibile figura della madre di Bianca con le sue teorie strampalate sugli uomini e sull'amore.

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