LA FAME E LA SETE

Valutazione
Accettabile-riserve, grossolanità
Tematica
Famiglia - genitori figli, Lavoro
Genere
Grottesco
Regia
Antonio Albanese
Durata
Anno di uscita
1999
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Cecchi Gori Distribuzione

Orig. : Italia (1998) - Sogg. e scenegg. : Antonio Albanese, Vincenzo Cerami - Fotogr. (Panoramica / a colori): Massimo Pau - Mus. : Nicola Piovani - Montagg. : Simona Paggi - Dur. : 92' - Produz. : Vittorio e Rita Cecchi Gori.

Interpreti e ruoli

Antonio Albanese (Alex), Lorenza Indovina ( Ivo), Beatrice Macola ( Pacifico), Aisha Cerami (Margherita), Lucia Guzzardi (interprete), Rosa Pianeta (Cristina), Nino Prester (Maria), Luigi Burruano (la cugina), Stefania Spugnini (Calogero), Giovanni Pontillo (zu Alfiu), Peter Davidson Shepherd . (Odette)

Soggetto

In un piccolo paese della Sicilia muore l'anziano capofamiglia. Al capezzale ci sono la moglie Maria, il figlio Alex e poi tanti parenti. Alex, che non ha un lavoro fisso, sta preparando l'inaugurazione di una mostra di proprie fotografie organizzata dall'assessorato alla cultura del comune. Adesso però bisogna pensare al funerale. Sollecitato dalla madre e cercando di mettere da parte il rancore, Alex telefona al fratello Salvatore, che vive in Lombardia, dove è diventato un imprenditore spietato e integrato, al punto da farsi chiamare Ivo Perego e parlare in perfetto lombardo. Appresa la notizia, Ivo dapprima dice di non poter lasciare la città: proprio in quei giorni i rappresentanti di un'azienda inglese sono da lui per chiudere un grosso contratto e muoversi sarebbe controproducente. Poi, di fronte alla rabbiosa reazione di Alex, si fa convincere, e parte con la macchina. Poco fuori città, accetta di dare un passaggio ad una ragazza che deve andare in Grecia, anche per dividere la fatica del lungo viaggio. Lungo la strada, Ivo rivela tutta la grettezza del proprio carattere, irritando la ragazza che, mentre lui dorme, arriva al porto di Brindisi e qui carica la macchina sul traghetto per l' Albania. Intanto in Sicilia, mentre si é in attesa di Ivo, arriva a sorpresa Pacifico, il terzo fratello gemello, di cui tutti si erano dimenticati. Pacifico é stato avvertito da un telegramma anonimo, che però lui capisce inviato da una ragazza del paese, una storia d'amore degli anni giovanili. Pacifico va a trovarla e, entrambi timidi e impacciati, dopo un po' cominciano a ballare sulle note della loro canzone preferita. Il funerale però incombe, il carro funebre é pronto. Mentre si aspetta Ivo, Alex ne approfitta per inaugurare la mostra fotografica alla presenza di un critico arrivato da Palermo. Quando escono c'é una sorpresa: la bara é sparita. Alex cerca di organizzare le ricerche. Chi va da un parte, chi dall'altra, mentre il carro funebre corre veloce verso la collina, il traghetto sta portando Ivo in Albania, e Pacifico é preso dal suo amore giovanile.

Valutazione Pastorale

Si tratta del secondo film (dopo "Uomo d'acqua dolce" , 1997) diretto e interpretato da Antonio Albanese, un altro dei numerosi comici provenienti dal cabaret e dalla televisione e approdati in questi ultimi anni sul grande schermo. Anche in questa occasione Albanese, con la collaborazione per la sceneggiatura di Vincenzo Cerami, ripropone tre personaggi gia ampiamente utilizzati sia a teatro sia sul piccolo schermo: il siciliano dalle idee confuse, senza interessi precisi né molta voglia di lavorare; l'uomo del nord, teso solo al lavoro e al guadagno; l'uomo medio grigio e anonimo, timido e di poche parole. Trattandosi di tipologie conosciute, sarebbe stato necessario, per renderle convincenti, legarle con qualche soluzione narrativa del tutto nuova e diversa. Il racconto, invece, percorre strade già note, risulta prevedibile e fin troppo sterotipato nelle figure e nelle situazioni di contorno, lascia al protagonista ampi spazi nei quali lui si muove secondo una gestualità non sempre in verità brillante, anzi insistita, un po', a lungo andare, stancante. E Albanese non è sempre in sintonia con il tono grottesco, da humour nero della vicenda. Viene da concludere che la indubbia bravura espressiva di Albanese é qui chiusa da un film poco convincente, privo delle invenzioni e delle intuizioni della prova precedente. Dal punto di vista pastorale, la messa alla berlina dei tratti negativi di questi caratteri italiani 'esemplari' é certo positiva. Ma vanno evidenziate riserve per le numerose, e non sempre indispensabili, grossolanità presenti.

Utilizzazione

Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. Da recuperare per riflettere su quell'ampia fetta di cinema italiano che si chiama (o nasce dalla) televisione.

Le altre valutazioni

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