LA FUGA DI MARTHA

Valutazione
Futile, velleitario
Tematica
Donna, Droga, Famiglia - fratelli sorelle, Metafore del nostro tempo, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Sean Durkin
Durata
101'
Anno di uscita
2012
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Martha Marcy May Marlene
Distribuzione
20th Century Fox Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Sean Durkin
Fotografia
Jody Lee Lipes
Musiche
Saunder Jurriaans, Daniel Bensi
Montaggio
Zac Stuart Pointer
Produzione
Josh Mond, Antonio Campos, Chris Mayback, Patrick Cunningham

Interpreti e ruoli

Elizabeth Olsen (Martha), Christopher Abbott (Max), Brady Corbet (Watts), Hugh Dancy . (Ted), Julia Garner (Sarah), Maria Dizzia (Katie), John Hawkes (Patrick), Louisa Krause (Zoe), Sarah Paulson (Lucy)

Soggetto

Un giorno Martha si allontana da una fattoria verso i boschi dell'Upstate dello Stato di New York. Spaventata e senza un posto dove andare, chiama la sorella Lucy che non vede da anni. Pur trovandosi lontano, Lucy va a prenderla e la porta nel Connecticut nella grande casa estiva che lei e il marito hanno in riva al lago. Ma in quell'ambiente lussuoso Martha non si trova a proprio agio. I ricordi del passato riaffiorano, a cominciare dal desiderio di vita familiare che l'aveva portata a scegliere una comune agricola isolata, fino alla relazione con Patrick, il capo di quella comunità. La sorella pova a scuoterla ma la presenza di quell'uomo condiziona ancora la vita di Martha. E la soluzione resta nell'aria...

Valutazione Pastorale

Si tratta di una sorta di thriller psicologico, che parte dalla constatazione di quanti danni possano compiere i culti utopici in America. Siamo al confine tra setta, estremismi, cialtroneria, in una mistura micidiale nella quale la volontà dell'individuo viene spesso annullata e ridotta a schiavitù. Il tema riveste non poco interesse. Purtroopo l'esordiente regista Dunkin, nel tentabivo di eliminare qualunque logica, si affida ad un percorso narrativo del tutto sconclusionato. Perdendo ben presto la corrispondenza tra le psicologie narrate e le azioni compiute. In sostanza il filo narrativo si spezza con facilità e inevitabile conseguenza. Il copione resta freddo, quasi neutro: che si pensi ai gelidi teoremi di Gus Van Sant può non essere per forza positivo. Il racconto resta inerte e il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come futile e in gran parte velleitario.

Utilizzazione

Il film, più che nella programmazione odinaria, si indirizza per eventuali proposte mirate, come avvio a riflessioni sul vasto fenomeno delle sette pseudo spirituali in America. Attenzione è comunque da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi e di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

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