LA MELA

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Rapporto tra culture
Genere
Regia
Samira Makhmalbaf
Durata
Anno di uscita
1999
Nazionalità
Titolo Originale
La pomme
Distribuzione
Lucky Red

Orig.:Iran (1998)- Sogg. e Scenegg.:Mohsen Makhbalbaf - Fotogr.(Panoramica/a colori):Ebrahim Ghafori,Mohamad Ahmadi - Mus.:brani tradizionali iraniani - Montagg.:Mohsen Makhbalbaf -Dur.:85' -Prod.:Makhmalbaf Productions,Mk2 Productions.

Soggetto

In un misero quartiere di Teheran,oggi,vive una strana famiglia. Il marito è anziano e senza lavoro, la moglie è cieca, le due figlie, ancora adolescenti, sono tenute segregate in casa: il padre, quando esce per comprare da mangiare, chiude con il lucchetto la porta di casa e il cancello sulla strada. La notizia si diffonde e un'assistente sociale viene incaricata di andare a casa dell'uomo per verificare'la situazione. Tutto è com'era stato detto: la madre, il volto coperto da veli,non appare quasi mai;il padre non riesce a concepire altro modo di crescere le figlie, se non quello imposto dalla tradizione patriarcale secondo la quale le femmine non devono essere esposte alla luce prima del momento del matrimonio. Tuttavia l'assistente sociale è decisa e pone l'ultimatum al vecchio: o apre le porte o sarà denunciato. Di fronte all'ulteriore rifiuto, l'assistente, con la collaborazione di alcuni vicini, riesce a far uscire le bambine, che provano i primi contatti timorosi con l'aria aperta e la strada. Il vecchio resta a sua volta dentro e viene obbligato a liberarsi dalla sua stessa prigione. Intanto fuori le bambine camminano,incontrano alcune coetanee e con loro giocano e parlano. Da una finestra un bambino gioca con una mela attaccata ad un filo: una delle figlie cerca di afferrarla. Adesso forse ce la potrà fare.

Valutazione Pastorale

Arriva dall'Iran questa dolorosa ed efficace storia di donne, che ha soprattutto il merito di non volersi proporre come un banale manifesto femminista locale: all'interno del quadro che si delinea non ci sono a priori torti o ragioni. Il padre non avverte il proprio comportamento come colpa, perchè ritiene giusto seguire i codici degli antenati, la madre accetta e condivide, convinta del ruolo subalterno della moglie, le figlie non hanno elementi per capire ma, anche dopo che hanno mutato la loro situazione, si sentono legate al padre. Il peso delle regole opprime la società iraniana, il velo indossato dalle donne diventa una sorta di convenzione per mantenere tutto immutato. Film di denuncia asciutto e incisivo, girato con toni di verità da una ragazza, Samira Makhmalbaf,diciottenne, figlia di Mohsen Makhmakbaf, noto in Italia per "Pane e fiore" e per "Il silenzio". Film improntato ad una forte carica umanistica e interiore per il modo attento e partecipato con cui va a fondo di situazioni dolorose, sempre tenendo in primo piano il valore della persona, la sua possibilità di crescita e di riscatto.Film importante come veicolo di conoscenza, esempio di un cinema che serve ad una migliore comprensione della famiglia umana. Dal punto di vista pastorale, un prodotto positivo, problematico e da consigliare per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria come proposta di un cinema di riflessione, con attenzione per la presenza dei minori. Molto opportuno l'utilizzo in situazioni mirate, come veicolo per affrontare temi quali la famiglia, il rapporto genitori-figli:il tutto sullo sfondo della società iraniana.

Le altre valutazioni

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