La mia banda suona il pop

Valutazione
Brillante, Consigliabile, Segnato da superficialità
Tematica
Amicizia, Musica
Genere
Commedia
Regia
Fausto Brizzi
Durata
92'
Anno di uscita
2020
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Medusa
Soggetto e Sceneggiatura
Fausto Brizzi, Marco Martani, Edoardo Falcone, Alessandro Bardani
Fotografia
Gino Sgreva
Musiche
Bruno Zambrini
Montaggio
Luciana Pandolfelli
Produzione
Luca Barbareschi

Interpreti e ruoli

Christian De Sica (Tony), Diego Abatantuono (Franco Masiero), Massimo Ghini (Lucky), Paolo Rossi (Jerry), Angela Finocchiaro (Micky), Natasha Stefanenko. (Olga), Rinat Khismatouline (Vladimir Ivanov), Fabrizio Nardi (Centurione), Giulio Base (Dottore rehab), Nico Di Renzo (Direttore tv)

Soggetto

Un ricco oligarca russo è disposto a pagare 100mila euro per far cantare alla sua festa di compleanno i Popcorn, immaginario gruppo musicale degli anni ’80, le cui canzoni sono ancora molto popolari in Russia. Il gruppo, però, si è sciolto da tempo e, anche se il loro vecchio manager riuscirà a convincerli a tornare insieme per l’occasione, gli eventi prenderanno una piega inaspettata...

Valutazione Pastorale

“La mi banda suona il pop”, nuovo film di Fausto Brizzi – tra le sue commedie più riuscite “Notte prime degli esami” (2006), “Ex” (2009) e “Maschi contro femmine” (2010) –, torna con questo “film comico con tante scene d’azione”, per usare le sue stesse parole. La storia è abbastanza intricata nella sua semplicità: il manager Franco Masiero (un cinico Diego Abbatantuono), riceve da un ricchissimo magnate russo, Ivanov, la proposta di riunire la propria band preferita, i Popcorn, per un concerto a San Pietroburgo e festeggiare così il compleanno. La banda, però, si è sciolta da anni e i quattro sbarcano il lunario come possono: Tony (il solito Christian De Sica), Jerry (un improbabile Paolo Rossi), Lucky (un irriconoscibile Massimo Ghini) e Micky (una stralunata Angela Finocchiaro) accettano di riunirsi spinti dalla necessità economica. Accolti in Russia dal braccio destro di Ivanov e responsabile della sicurezza, Olga (una gelida Natasha Stefanenko), scoprono per caso che la donna sta organizzando una rapina ai danni di Ivaonv. Decidono così di approfittare della situazione, tentando il colpo. Il film, che inizia come commedia per trasformarsi a poco a poco in una spy story (con molte citazioni e omaggi a James Bond), ha vari spunti divertenti e un paio di trovate particolarmente riuscite (la DeLorean originale di “Ritorno al futuro” che il russo custodisce nella sua collezione di cimeli degli anni ’80, tanto per citarne una). Nonostante le gag, la narrazione risulta appesantita da dialoghi poco efficaci e inutilmente volgari, battute puerili e situazioni viste e riviste, a partire dal nutrito filone dei “cinepanettoni”. Originali, invece, le canzoni del film che sono state composte dal maestro Bruno Zambrini (autore, con Migliacci, di molti successi di Gianni Morandi), in pieno stile “sanremese” anni ’80 e orecchiabili al primo ascolto. Nel complesso, il film è da valutare consigliabile, brillante, segnato da superficialità.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria come proposta di commedia italiana in grado di strappare qualche risata.

Le altre valutazioni

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