LA PAZZIA DI RE GIORGIO ***

Valutazione
Accettabile-riserve, Realistico, Dibattiti
Tematica
Malattia, Storia
Genere
Storico
Regia
Nicholas Hytner
Durata
107'
Anno di uscita
1995
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
THE MADNESS OF KING GEORGE
Distribuzione
Life International
Soggetto e Sceneggiatura
Alan Bennett dal lavoro teatrale "The madness of George III" di Alan Bennett
Musiche
George Fenton su partitura di Georg Friedrich Haendel
Montaggio
Tariq Anwar

Sogg.: dal lavoro teatrale "The madness of George III" di Alan Bennett - Scenegg.: Alan Bennett - Fotogr.: (panoramica/a colori) Andrew Dunn - Mus.: George Fenton su partitura di Georg Friedrich Haendel - Montagg.: Tariq Anwar - Dur.: 107' - Produz.: Mad George Films

Interpreti e ruoli

Nigel Hawthorne (Re Giorgio III), Helen Mirren (Regina Carlotta), Ian Holm (Willis), Rupert Everett (Principe di Galles), Julian Wadham (Pitt), Jim Carter (Fox), Anthony Calf, Amanda Donohoe, Geoffrey Palmer, John Wood, Rupert Graves, Roger Hammond, Cyril Shaps, Selina Cadell

Soggetto

in Inghilterra nel 1788, Giorgio III, avveduto e prolifico sovrano (15 figli), ha diversi problemi che lo amareggiano: la perdita delle colonie americane; il potere accresciuto della Camera dei Lord; l'inettitudine e l'invidia del figlio maggiore, il Principe di Galles, per di più con un'amante cattolica che ha sposato clandestinamente. Quando il padre comincia a dare segni di squilibrio mentale il giovane è pronto a destituirlo e farsi eleggere reggente dal Parlamento, tenuto a stento a freno dal ministro Pitt. Ma il principe escogita un tranello per mettere alla berlina in pubblico il padre: un concerto a palazzo dove il monarca si sostituisce al maestro con grande sconcerto degli astanti. Le pazzie del sovrano si susseguono al punto che vista l'incapacità dei medici di corte, Pitt consulta un medico, Willis, che porta il re nella sua clinica in campagna dove lo sottopone ad un regime dietetico e disciplinare severo che trova ferma opposizione nei colleghi londinesi. Il protrarsi della malattia acuisce le brame del principe, che viene tra l'altro ricattato da lord Fox, che ha le prove del suo matrimonio e chiede nel caso di una destituzione regale il posto di Pitt, il quale nonostante i suoi sforzi vede diminuire i sostenitori di re Giorgio. Frattanto la regina Carlotta riesce ad avere un colloquio col re, che comincia a migliorare, tanto che Fox lo trova in giardino che recita Re Lear, e lo invita a partecipare alla lettura. Dal tono del sovrano il ministro capisce che il re è guarito e senza frapporre indugi lo fa salire in carrozza per portarlo in Parlamento, dove la sua destituzione sta per essere votata. L'arrivo del monarca ed il suo discorso convincono i Pari che, entusiasti, lo acclamano. Davanti ai sudditi la famiglia reale fa gruppo poiché il re Giorgio III vuole che essa appaia unita negli affetti e sorridente alla folla in tripudio.

Valutazione Pastorale

il personaggio di re Giorgio III, affetto dalla porfiria, una malattia a tutt'oggi poco conosciuta per la varietà ed ambiguità dei sintomi, ripercorre nella storia il cammino tracciato per sommi capi da Shakespeare nell'immortale Re Lear, di cui con molta finezza il regista sfrutta l'eccezionale impatto drammatico ed umano in una delle scene più belle e commoventi del film. Film che si avvale di una scenografia d'eccezione ma anche di un'interpretazione straordinaria per aderenza, misura e spessore drammatici. Merito degli autori è stato anche quello di trasportare un fortunato lavoro teatrale sullo schermo conservando lo spessore dei dialoghi, ma dilatando le scene in un contesto più ampio, tra interni sontuosi e campagne immobili nella brina dell'alba, tra primi piani che sembrano ritratti d'epoca. I valori umani ed i problemi morali e politici che emergono dal film sono molteplici: il potere sovrano sul popolo e sui figli; il diritto a contestarlo in una monarchia costituzionale che fin dal Duecento è stata considerata simbolo di una ricerca di equità troppo spesso ignorata in nazioni consorelle. E l'eterno gioco dei politici: quelli fedeli alla costituzione integralmente e quelli disposti prima ad affossare il sovrano per poi però pentirsi e riabilitarlo. Spicca, tra l'altro, la figura del Principe di Galles, un mestatore sì assetato di potere ma anche represso forse eccessivamente dallo strapotere paterno, l'affettuosa regina, il medico inflessibile ed onesto.

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