LA PRIMA COSA BELLA

Valutazione
Consigliabile, Problematico
Tematica
Adolescenza, Bambini, Droga, Famiglia, Malattia, Matrimonio - coppia
Genere
Commedia
Regia
Paolo Virzì
Durata
116'
Anno di uscita
2010
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Medusa Film
Musiche
Carlo Virzì
Montaggio
Simone Manetti

Orig.: Italia (2010) - Sogg. e scenegg.: Francesco Bruni, Francesco Piccolo, Paolo Virzì - Fotogr.(Panoramica/a colori): Nicola Pecorini - Mus.: Carlo Virzì - Montagg.: Simone Manetti - Dur.: 116' - Produz.: Medusa Film, Motorino Amaranto, Indiana Production.

Interpreti e ruoli

Micaela Ramazzotti (Anna Nigiotti in Michelucci 1970-1980), Valerio Mastandrea (Bruno Michelucci 2009), Stefania Sandrelli (Anna Nigiotti in Michelucci 2009), Claudia Pandolfi (Valeria Michelucci 2009), Marco Messeri (il Nesi), Fabrizia Sacchi (Sandra), Aurora Frasca (Valeria Michelucci 1970), Giacomo Bibbiani (Bruno Michelucci 1970), Giulia Burgalassi (Valeria Michelucci 1980), Francesco Rapalino (Bruno Michelucci 1980), Sergio Albelli (Mario Michelucci), Isabella Cecchi (zia Leda Nigiotti), Emanuele Barresi (il Lenzi), Dario Ballantini (Avv. Cenerini 1970-1980), Paolo Ruffini (Cristiano Cenerini)

Soggetto

Nell'estate del 1971 Anna Nigiotti viene eletta Miss Pancaldi, lo stabilimento balneare più popolare di Livorno. Questo evento scongolge la sua vita e quella delle sua famiglia. Attratta dal cinema, Anna litiga con il marito Mario, e va via di casa con i due figli piccoli Valeria e Bruno. Per i tre comincia una peregrinazione in vari appartamenti, tra tentativi di riappacificazione e nuovi scontri. Tanti anni dopo, Anna é malata gravemente, e in ospedale arrivano Valeria e Bruno, tornato controvoglia da Milano dove abita e insegna. I ricordi del passato si mescolano con il presente e, quando la mamma sta per spegnersi con l'arrivo di un terzo figlio finora sconosciuto, e con il matrimonio contratto con il Nesi, un amico fedele degli ultimi anni.

Valutazione Pastorale

Ecco Virzì: "E' stato con grande emozione che sono tornato a girare un film nella città dalla quale cercai di scappare ormai un quarto di secolo fa, evidentemente senza riuscirci. Livorno...brulica di storie eccezionali di gente comune che mi fanno venir voglia di raccontare e filmare...son corso volentieri a rifugiarmi nel tepore di personaggi a cui voler tanto bene: il ciclo della vita, col suo mistero struggente ma anche gioioso, in una famiglia in fondo come tante (...)". Resta da aggiungere che il regista racconta di persone e situazioni che ben conosce senza farne oggetto di semplice nostalgia. La memoria, ricostruita in forme sovrapposte e per successive aggregazioni, diventa filtro per rivedere modi di fare e di rapportarsi, per fare il conto delle ferite dell'infanzia, e delle delusioni della maturità, per capire il valore degli affetti e dei punti di riferimento familiari. Nel lasciarsi come nel ritrovarsi c'è un fremito, un timore, un momento di esitazione sulla cosa da fare: il dubbio sulle decisioni, la timidezza nel manifestare i sentimenti. Così il racconto lascia sul terreno narrativo tante cose belle: allo spettatore il compito di decidere quale sia la prima. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come consigliabile e nell'insieme problematico.

Utilizzazione

Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come ritratto generazionale italiano vivo e coinvolgente. Qualche attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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