LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA

Valutazione
Accettabile, poetico**
Tematica
Famiglia, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Peter Webber
Durata
95'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Gran Bretagna, Lussemburgo
Titolo Originale
Girl with a pearl earring
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Olivia Hetreed tratto dal romanzo omonimo di Tracy Chevalier
Musiche
Alexandre Desplat
Montaggio
Kate Evans

Orig.: Gran Bretagna/Lussemburgo (2003) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Tracy Chevalier - Scenegg.: Olivia Hetreed - Fotogr.(Scope/a colori): Eduardo Serra - Mus.: Alexandre Desplat - Montagg.: Kate Evans - Dur.: 95' - Produz.: Andy Paterson, Anand Tucker.

Interpreti e ruoli

Scarlett Johansson (Griet), Colin Firth (Johannes Vermeer), Tom Wilkinson (Van Ruijven), Judy Parfitt (Maria Thins), Cillian Murphy (Pieter), Essie Davis (Catharina), Geoff Bell (Paul), Joanna Scanlan (Tanneke), Alakina Mann (Cornelia)

Soggetto

Delft, Olanda 1665. Inviata dai genitori a lavorare presso la casa del pittore Vermeer, la giovane Griet si dimostra servizievole ed affidabile, al punto da suscitare ben presto la gelosia della moglie di Jan e delle figlie adolescenti. Vermeer in questo periodo lavora poco, e per scuoterlo bisogna chiamare il ricco Van Ruijven che di volta in volta gli commissiona alcuni lavori. Nel frattempo Vermeer ha permesso a Griet di accedere al suo studio e comincia ad incaricarla di preparare i vari colori. La moglie é di nuovo incinta e una nuoca commessa si rende necessaria. Van Ruijven, che ha messo gli occhi su Griet cercando di approfittarne senza successo, incarica il pittore di preparare un ritratto della bella serva. Griet si adatta a posare, secondo le indicazioni di Vermeer che, dopo qualche insistenza, riesce a farle indossare un orecchino di perla. Quando il dipinto è pronto, esplode la rabbia della moglie. Griet viene mandata via di casa, ma dopo qualche tempo riceve come dono i due orecchini di perla della 'posa'.

Valutazione Pastorale

Da una parte c'é la realtà del ritratto ( che appunto esiste, si può ammirare e Vermeer dipinse proprio nell'anno citato); dall'altra c'é la finzione dell'omonimo romanzo best seller dell'americana Tracy Chevalier, in cui si ricostruiscono le fasi che portarono a questo che resta uno dei dipinti più famosi dell'olandese Vermeer. Letteratura e pittura dunque confluiscono nell'opera prima di Peter Webber. Il regista ha la felice intuizione di non voler fare a tutti i costi un grande affresco d'epoca. Pur precisa, meticolosa e aderente, la ricostruzione d'epoca si muove in gran parte negli interni della casa e dello studio di Vermeer. Qualche passaggio dei dialoghi ci ricorda l'epoca, la situazione sociale e sopratutto quella religiosa dell'Olanda del XVII secolo. Di più però contano gli sguardi e i silenzi, i piccoli spazi che diventano grandi sulla tela, la capacità di cogliere varianti cromatiche nella luce a significare un corrispettivo del lavoro del pittore nel chiuso della stanza. Sopratutto intimista, il racconto restituisce bene gli ambienti e la tonalità della pittura fiamminga, riflette la cultura del tempo, fa emergere quella sottile rete di sentimenti ideali che si può instaurare tra un artista e un'umile ragazza senza altri scopi che non la creazione del bello e dell'armonia. La convincente prova di Scarlet Johansson nel ruolo di Griet equilibra quella a dire il vero un po' monocorde di Colin Firth/Vermeer. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile e nell'insieme poetico. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e recuperato in occasioni successive come esempio di un cinema luogo di incontro delle altre forme espressive: sopratutto nell'ambito del rapporto tra pittura e cinema.

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