LA STANZA DEL FIGLIO

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti*
Tematica
Adolescenza, Famiglia - genitori figli, Male, Morte
Genere
Drammatico
Regia
Nanni Moretti
Durata
105'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Sacher distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Linda Ferri, Nanni Moretti, Heidrun Schleef Nanni Moretti
Musiche
Nicola Piovani
Montaggio
Esmeralda Calabria

Orig.: Italia (2001) - Sogg.: Nanni Moretti - Scenegg.: Linda Ferri, Nanni Moretti, Heidrun Schleef - Fotogr.(Panoramica/a colori): Giuseppe Lanci - Mus.: Nicola Piovani - Montagg.: Esmeralda Calabria - Dur.: 105' - Produz.: Angelo Barbagallo, Nanni Moretti.

Interpreti e ruoli

Nanni Moretti (Giovanni), Laura Morante (Paola), Jasmine Trinca (Irene), Giuseppe Sanfelice (Andrea), Silvio Orlando (Oscar), Claudia Della Seta (Raffaella), Stefano Accorsi (Tommaso), Toni Bertorelli, Dario Cantarelli, Eleonora Danco

Soggetto

Una famiglia ad Ancona, oggi: Giovanni il padre, psicoanalista; Paola, la madre, impiegata in una casa editrice; i due figli adolescenti Andrea, 17 anni, Irene, 14. Giovanni é molto legato ad Andrea e cerca di creare frequenti occasioni per stare il più possibile con lui. Quando dal laboratorio della scuola scompare un fossile, Andrea é tra gli studenti sospettati, ma si proclama innocente e il padre gli crede. Giovanni osserva il figlio giocare a tennis con poca grinta e lo esorta ad essere un po' più cattivo, a giocare per vincere. In un momento in cui sono soli, Andrea rivela alla madre di aver in effetti preso con altri compagni il fossile, che poi si é rotto: ma tutto era stato un gioco. E' domenica mattina. Giovanni ha appena convinto il figlio ad andare a correre insieme, quando arriva una telefonata. Oscar, uno dei suoi pazienti, dice che ha urgente bisogno di vederlo e lo prega di raggiungerlo a casa. Giovanni si fa convincere, liberando così il figlio dall'impegno. Quando nel pomeriggio torna a casa, vede confusione sulla strada e volti angosciati che lo guardano. Arriva la verità: uscito in mare per le consuete immersioni da appassionato subacqueo, Andrea ha avuto un incidente, e, colto da embolia, ha perso la vita. Dopo la composizione del corpo nella bara, Giovanni vaga per il luna park della città, continua a ricevere i pazienti, ma infine capisce che con Oscar non potrà più vedersi. Un giorno arriva una lettera indirizzata ad Andrea da una coetanea conosciuta in campeggio. La ragazza, Arianna, gli dice di averlo trovato molto simpatico e di essere stata molto bene con lui. Giovanni e Paola cercano di recuperare un po' di equilibrio ma il dolore è troppo forte e prevarica ogni altra loro azione (un pranzo fuori, un incontro con alcuni amici). Le crisi di pianto intervengono a ricordare la realtà della situazione e a creare tra i coniugi e verso Irene momenti di grande attrito. Paola telefona ad Arianna e le chiede un incontro. Giovanni capisce che non può più proseguire il lavoro e a poco a poco congeda i pazienti. I due vivono in stanze separate. Arriva Arianna e,dopo altri attimi di commozione, al momento del congedo dice che lei e il suo fidanzatino sono in viaggio in autostop verso la Francia. Giovanni, Paola e Irene decidono di accompagnarli per un pezzo di strada ma poi arriva la notte, Giovanni vuole continuare e così, quando spunta l'alba, la macchina si ferma al posto di confine tra Italia e Francia. Finalmente tutti si salutano. Giovanni e Paola si lasciano andare ad una risata forse liberatoria. Loro due ed Irene camminano sulla spiaggia e salutano Arianna sul pullman.

Valutazione Pastorale

Nanni Moretti pensava da molto tempo a questa storia. "Mi portavo dentro questo personaggio - ha detto alla conferenza stampa- e attraverso di lui volevo verificare la mia sensazione che il dolore divide, più che unire, le persone che si vogliono bene". Su una famiglia (padre, madre, due figli adolescenti) tranquilla, appagata, soddisfatta cala la sventura di un evento tanto più tragico perché più inatteso: la morte accidentale del figlio diciassettenne in una domenica destinata allo svago e al divertimento fa emergere una realtà fino a quel momento messa da parte ed ora crudamente verificata sulla propria pelle. Il dolore entra nella vita quotidiana dei tre che sono rimasti: ma non é presenza momentanea, é invece quel dolore forte, profondo, costante che non ha fine perché non sai da dove arriva e non capisci dove può portarti. Psicanalista di professione, abituato quindi ad essere al servizio di uomini e donne sui quali il male di vivere assume le forme più impensate, Giovanni diventa un padre, e un uomo, indifeso e vulnerabile, incapace di capire e di reagire. Il dolore, che nella moglie é pianto irrefrenabile e nella figlia rabbia inconsulta, si siede vicino a loro e a poco a poco li fa scontrare, entrare in conflitto. I chiodi che sigillano la bara di Andrea chiudono tutto, Giovanni non vede oltre. Ma poco dopo si scaglia adirato contro le parole evangeliche ascoltate dal sacerdote alla messa che la figlia ha voluto far celebrare. E l'imprevisto apparire di una ragazzina amica del figlio apre inattesi spiragli di cambiamento. "Nel finale - dice Moretti- si ritrova forse una unità di intenti, ma in sospensione, senza certezza". Lucido, raggelato, costruito sui contrappunti dell'alternanza tra la calma dei luoghi (la casa calda e ordinata, la città raccolta) e il disordine interiore, il film diventa il resoconto spiazzante di un'angoscia e insieme il tentativo di superarla. Dal proprio passato di cineasta Moretti tira fuori e fa diventare protagonista quell'inquieto rapportarsi con l'esistenza che, meno evidente nei titoli precedenti, lo aveva fatto definire egoista, egocentrico, irritante. Oggi Moretti non si tira indietro, affronta a viso aperto i problemi più difficili, pone domande di senso, non trova risposte ma resta in ascolto. Dal punto di vista pastorale, siamo di fronte ad un'opera matura, coinvolgente e stimolante, ad un cinema che nel suo stesso 'farsi' é terreno di misura dell'uomo con se stesso, con le proprie capacità, con la possibilità di conoscere il proprio destino. Film accettabile, dunque, sicuramente problematico e molto adatto a dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare in molte occasioni come avvio ad una riflessione su temi centrali e per altri versi rimossi dalla cultura contemporanea.

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