LA STRADA DI FELIX

Valutazione
Inaccettabile, negativo
Tematica
Famiglia - genitori figli, Omosessualità
Genere
Commedia
Regia
Olivier Ducastel e Jacques Martineau
Durata
95'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Drole de Felix
Distribuzione
Mikado Film
Musiche
non accreditata
Montaggio
Sabine Mamou

Orig.: Francia (1999) - Sogg. e scenegg.: Olivier Ducastel e Jacques Martineau - Fotogr.(Scope/a colori): Matthieu Poirot-Delpech - Mus.: non accreditata - Montagg.: Sabine Mamou - Dur.: 95' - Produz.: Philippe Martin, Les Films Pelleas.

Interpreti e ruoli

Sami Bouajila (Felix), Patachu (Mathilde), Ariane Ascaride (Isabelle), Pierre-Loup Rajot (Daniel), Charly Sergue (Jules), Maurice Benichou (il pescatore), Philippe Garziano (il ferroviere)

Soggetto

Il giovane Felix vive a Dieppe. Un giorno decide di realizzare il proprio sogno di andare a Marsiglia per conoscere il padre. Rinuncia però al treno diretto, preferendo scegliere strade secondarie e fare l'autostop. A Dieppe lascia Daniele, il ragazzo con cui vive, e gli dà appuntamento a Marsiglia. Il viaggio risulta così diviso in molte tappe. A Rouen arriva in camion, viene pestato per aver assistito ad un furto in un negozio, va alla polizia poi scappa. Nella fermata successiva conosce Jules, insieme rubano una macchina. Riprende poi il cammino,e si ferma nella grande casa di una anziana signora. Lasciato quell'appartamento, riprende il cammino e accetta il passaggio in macchina di un giovane operaio nelle ferrovie. Il giovane è gay e tra i due si consuma un rapido rapporto d'amore. Quindi prosegue, e sale sulla macchina di Isabelle, una donna che sta portando i tre figli piccoli dal padre da cui è separata. Va ancora avanti. Arriva a Marsiglia, sul porto incontra un pescatore, con cui parla. Forse è il padre, forse no. Ma a Felix interessa poco. Qui ritrova l'amico Daniele, e insieme si allontanano abbracciati.

Valutazione Pastorale

Si tratta di un 'road-movie', un film di viaggio, che però non riesce a legarsi ad alcuna delle dimensioni tipiche di questo genere. Non è cronachistico, non è scommessa romantica, non è sfida metafisica, è solo il pretesto, ma ben poco attendibile e tutto scritto a tavolino, per sciorinare le consuete tirate sulla cosiddetta 'libertà' dei rapporti omosessuali. Il copione però è talmente fasullo, iperintellettuale e snobistico da far passare in secondo piano il problema relativo agli ostacoli che ancora si frappongono ad un corretto inserimento degli omosessuali nel normale vissuto quotidiano. Le situazioni che attraversa Felix sanno tutte di artefatto, di preparato, di pregiudiziale. E il modo di sbattere il protagonista in faccia allo spettatore é costruito solo in funzione provocatoria e propagandistica. Essendoci poco altro da sottolineare, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come inaccettabile, e decisamente negativo. UTILIZZAZIONE: l'utilizzazione é da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze. Molta attenzione è da tenere soprattutto per i minori in occasione di passaggi televisivi.

Le altre valutazioni

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