L’ALTRA META’ DELLA STORIA

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia, Solidarietà-Amore, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Ritesh Batra
Durata
108'
Anno di uscita
2017
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
The sense of ending
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Nick Payne tratto dal romanzo "Il senso di una fine" di Julian Barnes
Musiche
Max Richter
Montaggio
John F. Lyons

Orig.: Gran Bretagna (2017) - Sogg.: tratto dal romanzo "Il senso di una fine" di Julian Barnes - Scenegg.: Nick Payne - Fotogr.(Scope/a col.): Christopher Ross - Mus.: Max Richter - Montagg.: John F. Lyons - Dur.: 108' - Produz.: Origin Pictures.

Interpreti e ruoli

Jim Broadbent (Tony Webster), Harriet Walter (Margaret Webster), Michelle Dockery (Susie Webster), Charlotte Rampling (Veronica Ford), Emily Mortimer (Sarah Ford (Tony giovane), Billy Howle (Veronica giovane), Freya Mavor (Adrian Finn), Joe Alwyn (David Ford), James Wilby (Jack Ford), Edward Holcroft (Colin Simpson), Peter Wright (Alex giovane), Hilton McRae (Adrian Junior), Andrew Buckley (Eleanor Marriott), Karina Fernandez

Soggetto

Tony Webster, divorziato e pensionato, scopre che la madre della ragazza con cui stava ai tempi dell'università, Veronica, gli ha lasciato per testamento, un diario tenuto dal suo migliore amico dell'epoca, dopo che lei e Tony si erano lasciati. Tony incuriosito, indaga...

Valutazione Pastorale

La migliore produzione inglese (quella in cui figura anche la BBC) offre sempre una resa di qualità medio/alta. A prescindere dal 'genere' scelto. Qui siamo nell'ambito della vicenda sentimentale con forti sfumature romantiche. La decisione di raccontare in flashback la parte importante della trama è riassunta meglio dal titolo originale, che suona: "The sense of an ending". Il senso di una fine riflette meglio e con più precisione quello che è l'approccio lento e progressivo all'esposizione dei fatti, alla posizione dei singoli personaggi coinvolti, al loro ruolo a poco a poco più chiaro. Tony, che indaga sulla sorte del diario ricevuto ma non visto, è il perno della vicenda, un uomo dal carattere calmo ed equilibrato, quasi sorpreso dall'oggetto imprevisto e non collocabile. Quando entra in scena la Veronica di oggi, invecchiata, diffidente e un po' acida, viene il sospetto che tutta la vicenda sia un lungo, problematico sogno. Il diario non esiste, se non nella mente (e forse nel cuore) di Tony, che lo ha creato per arricchire la sua solitaria vecchiaia. E anche per dare una sostanza all'evento del parto della figlia, cui fa seguito il perdono chiesto alla moglie da cui è ormai separato. Conclusione dolce, tenera, delicata che arriva in coda ad una storia fatta di sussulti e forti battiti della memoria. Forse il diario è fatto proprio con quelle lettere che non sono mai state scritte. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto delicato e coinvolgente, molto vicino in effetti alle suggestioni di un testo letterario.

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