L’ANNO DELLA COMETA

Valutazione
Discutibile, Crudezze
Tematica
Genere
Avventuroso
Regia
Peter Yates
Durata
86'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
YEAR OF THE COMET
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
William Goldman
Musiche
Hummie Mann
Montaggio
Ray Lovejoy

Sogg. e Scenegg.: William Goldman - Fotogr.: (scope/a colori) Roger Pratt - Mus.: Hummie Mann - Montagg.: Ray Lovejoy - Dur.: 86' - Produz.: Nigel Wooll

Interpreti e ruoli

Penelope Ann Miller (Margaret Harwood), Tim Daly (Oliver Plexico), Louis Jourdan (Philippe), Art Malik (Nico), Ian Richardson (Mason Harwood), Ian McNeice (Ian), Timothy Bentinck (Richard Harwood), Julia Mc Carthy, Jaques Mathou

Soggetto

figlia di un ricco commerciante di vini ed enologa esperta, Margaret Harwood lavora a Londra con il padre e con il fratellastro Richard, che è il meno valente, ma il preferito. Minacciando di dimettersi se deve continuare a svolgere ruoli di second'ordine, la giovane ottiene dal genitore Mason il suo primo incarico esterno: andrà in un castello della Scozia, il cui proprietario è deceduto, per classificare le bottiglie di una ben fornita cantina. Là scopre una maxibottiglia di Lafitte del 1811, con tanto di "N" napoleonica e decide eccitatissima di portarla a Londra. Ma il castello è stato affidato ad un losco terzetto, capeggiato da un anziano gaudente, Philippe, che mira a quella bottiglia sigillata nell'anno della cometa, poiché sotto l'etichetta vi è un foglietto con una miracolosa ricetta per ringiovanire e godersi i piaceri della vita. Mentre papà Harwood ha già venduto per telefono il pezzo d'antiquariato ad un miliardario americano Oliver Plexico per un milione di dollari, Margaret si trova coinvolta e travolta in una serie di disavventure a fianco di un giovane texano (è proprio Oliver), assai spavaldo ma belloccio, che di vini non sa nulla, ma che della ragazza si è innamorato. Al bottiglione in possesso di Margaret puntano non solo Philippe, ma anche uno scozzese del posto (con cui Oliver fa a pugni, inseguendolo su di un lago e recuperando la cassetta sul fondo), nonché altri scagnozzi alle dipendenze di un uomo d'affari. Sballottato fra jet privati ed elicotteri, moto e autovetture, il prezioso contenitore nelle mani dei due alleati finisce a Londra, e viene battuto ad un'asta di altissimo livello. È Oliver che se lo porta a casa, dopo averlo vinto ad un riccone greco per l'enorme cifra di cinque milioni di dollari. Ma lui ne rompe tranquillamente il suggello di ceralacca, offrendo il primo bicchiere di un rosso ultracentenario, il cui bouquet è intatto, a Margaret Harwood, per festeggiare le immancabili nozze.

Valutazione Pastorale

il film che qualche speranza la dà nella prima parte scivola e impietosamente annaspa nella seconda, con molte banalità, con crudezze e con l'estremo ridicolo del duetto amoroso fra l'enologa che fa la Giulietta da una finestra (è stata catturata dai cattivi) e il miliardario Oliver, un Romeo penzoloni nel vuoto su di una roccia in Provenza. È curioso che un regista che sa avvalersi di una buona fotografia (i laghetti e le nebbie scozzesi, la luce della Costa Azzurra) e dà prova di una certa eleganza nell'ambientazione, si impantani nel dolciastro di scene amorose.

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