L’ARTISTA

Valutazione
Consigliabile, velleitario
Tematica
Metafore del nostro tempo
Genere
Metafora
Regia
Mariano Cohn
Durata
110'
Anno di uscita
2009
Nazionalità
Argentina, Italia
Titolo Originale
El Artista
Distribuzione
Cinecittà Luce
Musiche
Diego Bliffeld
Montaggio
Santiago Ricco

Orig.: Argentina/Italia (2008) - Sogg. e scenegg.: Andres Duprat - Fotogr.(Panoramica/a colori): Ricardo Monteoliva - Mus.: Diego Bliffeld - Montagg.: Santiago Ricco - Dur.: 110' - Produz.: Eduardo Costantini, Alfredo Federico per Costa Film; Gianluigi Gardani, Tore Sansoneti per Barter in collaborazione con Istituto Luce.

Interpreti e ruoli

Sergio Pangaro (Jorge Ramirez), Alberto Laiseca (Romano), Enrique Gagliese (Losada), Ana Laura Loza (Ana), Andres Duprat (Emiliano), Marcello Prayer (segretario della galleria italiana)

Soggetto

A Buenos Aires l'infermiere Jorge Ramirez, scoperto che un anziano paziente fa disegni che sembrano interessanti, se ne appropria e li spaccia come propri. Le opere ottengono un immediato successo, la critica le elogia, ben presto viene allestita una mostra. Mentre stimola il vecchio a produrre sempre altre cose, Jorge é invitato all'università e in televisione, e ogni volta si lascia andare a risposte senza senso, monosillabi, frasi interlocutorie. Arriva in città l'esponente di una catena internazionale di gallerie e lo invita a Roma. Jorge accetta ma di lì a poco il vecchio muore. Tuttavia ecco l'infermiere sbarcato a Roma, indeciso sul da farsi.

Valutazione Pastorale

Dice uno dei due registi, Gaston Duprat: "Non volevamo ridere del mondo dell'arte, cosa che sarebbe facilissima, ma mettere in scena il paradosso dell'arte contemporanea, perché l'artista ha bisogno di qualcuno che riconosca l'opera come tale (...)". Il tema centrale é di indubbio interesse: poco frequentato, l'argomento, in senso lato, "pittura, autore, critica, commercianti" emerge in modo diretto e, attraverso un racconto paradossale ma non troppo, evidenzia eccessi, falsità, complicità. Certo lo stile narrativo povero, antispettacolare, quasi anonimo (con i dipinti mai mostrati, e collocati dove si trova lo spettatore) spiazza e disorienta. Per questo il film, dal punto di vista pastorale, può essere valutato come consigliabile, mettendone tuttavia in luce un certo velleitarismo.

Utilizzazione

più che nella programmazione ordinaria, il film si segnala per occasioni mirate, per quanti sono interessati a sviscerare le tematiche proposte e i rapporti tra cinema e pittura.

Le altre valutazioni

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