LAS ACACIAS

Valutazione
Problematico, Raccomandabile, Adatto per dibattiti
Tematica
Famiglia - genitori figli, Metafore del nostro tempo
Genere
Commedia
Regia
Pablo Giorgelli
Durata
85'
Anno di uscita
2013
Nazionalità
Argentina, Spagna
Titolo Originale
Las acacias
Distribuzione
Cineclub Internazionale
Musiche
brani di autori vari
Montaggio
Maria Astrauskas

Orig.: Spagna/Argentina (2011) - Sogg. e scenegg.: Pablo Giorgelli, Salvador Roselli - Fotogr.(Panoramica/a colori): Diego Poleri - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Maria Astrauskas - Dur.: 85' - Produz.: Ariel Rotter, Veronica Cura, Alex Zito, Pablo Giorgelli - PREMIO CAMERA D'OR ALLA 50° SEMAINE DE LA CRITIQUE A CANNES 2011.

Interpreti e ruoli

German de Silva (Rubén), Hebe Duarte (Jacinta), Naia Calle Mamani . (Anahi)

Soggetto

Sono tanti anni che Ruben percorre, a bordo del suo camion, la strada tra Asuncion del Paraguay e Buenos Aires. Quello che sta per cominciare è però un viaggio particolare. L'uomo infatti, per fare un favore ad un amico, carica a bordo Jacinta, una donna mai vista prima diretta nella capitale argentina a casa di alcuni parenti. La sorpresa nasce dal fatto che la donna si presenta insieme alla figlia Anahi, di otto mesi. Il viaggio comincia tra imbarazzi e diffidenze. Lungo i 1500 km del percorso subentra una progressiva capacità di confidenza...

Valutazione Pastorale

Esempi infelici ce ne sono stati molto negli ultimi anni ma stavolta si può fare riferimento ad un titolo veramente bello e originale. "Las acacias" è una storia che sorprende per il nitore della sceneggiatura, per il semplice dipanarsi del copione, per la profondità di una regia che si prende cura all'inizio di due personaggi tra loro sconosciuti, li fa convivere all'interno di un camion, li fa sciogliere a poco a poco l'uno verso l'altra. Senza urli né strepiti, riducendo al minimo parole e dialoghi, Giorgelli ha occhio sensibile per restare ai margini di una storia importante, riuscendo a non disturbare né a farsi sentire. Meraviglioso recupero di un cinema fatto di piccolo tocchi, abitato da grandi emozioni, affidato a sentimenti timidi e genuini. Quasi consapevole del proprio essere fuori tempo, il regista allarga la visione di un legame esile e robusto, fotografa le piccole/grandi vite che abitano gli spazi immensi del Sudamerica, e si fa cantore della poetica degli affetti e della visionarietà. Così, con storie delicate e intense come questa, gli ultimi diventano veramente primi. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come raccomandabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte successive occasioni come proposta di opera dallo svolgimento tanto semplice quanto intenso e coinvolgente.

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