L’ASSASSINO È QUELLO CON LE SCARPE GIALLE

Valutazione
Inconsistente, Banale
Tematica
Genere
Farsesco
Regia
Filippo Ottoni
Durata
96'
Anno di uscita
1995
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
L'ASSASSINO È QUELLO CON LE SCARPE GIALLE
Distribuzione
I.I.F.
Soggetto e Sceneggiatura
Roberto Ciufoli, Francesca Draghetti, Tiziana Foschi, Pino Insegno, Filippo Ottoni
Musiche
Stefano Mainetti
Montaggio
Enzo Meniconi

Sogg. e Scenegg.: Roberto Ciufoli, Francesca Draghetti, Tiziana Foschi, Pino Insegno, Filippo Ottoni - Fotogr.: (panoramica/a colori) Raffaele Mertes - Mus.: Stefano Mainetti - Montagg.: Enzo Meniconi - Dur.: 96' - Produz.: Fulvio Lucisano, Guido De Laurentiis, Leo Pescarolo

Interpreti e ruoli

Roberto Ciufoli (Roberto Spaventa), Francesca Draghetti (Francesca), Tiziana Foschi (Tiziana), Pino Insegno (Pino), Dario Cantarelli, Paola Maffioletti, Rosanna Di Lorenzo, Fabio Camilli, Giuseppe Quintale

Soggetto

Roberto Spaventa, un giovane pigro e inconcludente, viene convocato dalla zia centenaria, ricchissima, che lo farà suo erede, se riuscirà nei venti giorni mancanti al proprio compleanno a restaurare il Teatro Ducale di sua proprietà in Monte Riano, per darvi in “prima assoluta” l’Amleto. Un autentico tour de force per Roberto, tanto più che proprio in quel teatro lui ha assistito, venticinque anni prima, tra le quinte durante una recita di bambini, ad un omicidio ad opera di uno fra i suoi compagni di scuola: da qui il trauma, mai rimosso. Le prove vengono continuamente disturbate perché si verificano omicidi inesplicabili, uno dopo l'altro, iniziando con la decapitazione di un operaio di scena. Roberto si improvvisa investigatore, aiutato nella disperata impresa dall'amico Pino (che l'investigatore, anche se poco fortunato, lo fa di mestiere), da Tiziana (l'Ofelia di turno) e da Francesca, una giornalista, la quale per il suo giornale è sempre presente con interviste a tutti. Seconda vittima, trafitta tra le quinte, un falegname; indi Dora, la segretaria-cassiera. Le prove continuano ma anche gli attori sono o pugnalati o avvelenati. Qualche sospetto aleggia su Otto, il compassato cameriere della zia bravissimo nel fare dispetti e trappole per tutti. La sera della "prima" lo spettacolo si svolge tra delitti e contrattempi e sovvertendo per forza l'ordine delle scene. Alla fine Roberto individua l'assassino: è l’attore che impersona Amleto, il "gentil principe", il bambino colpevole di venticinque anni prima che, nel duello conclusivo, confessa tutto e muore. E così Roberto riesce a liberarsi per sempre del trauma che ha segnato la propria giovinezza.

Valutazione Pastorale

i quattro interpreti principali costituiscono la "Premiata Ditta", un gruppo di attori apprezzato in televisione. Ma il film di Filippo Ottoni non rende un buon servizio a qualche loro qualità scenica: probabilmente il quartetto funziona meglio sul set televisivo o addirittura nella concisione della comicità di uno sketch, che non interpretando un "Amleto", sia pure manipolato, amputato e distorto in farsa. Lo spettacolo è infantile, gremito di insulsaggini e banalità: si punta al racconto demenziale ed all’atteggiamento stralunato anche nella mimica, ma si cade sempre in goffaggini e guitterie, con dettagli e dialoghi più buffoneschi che comici. L'insieme è sconnesso, anche perché la regia sembra essersi limitata a unire insieme i singoli spezzoni.

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