LE MERAVIGLIE

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Adolescenza, Animali, Cibo, Ecologia, Famiglia, Libertà, Metafore del nostro tempo
Genere
Drammatico
Regia
Alice Rohrwacher
Durata
111'
Anno di uscita
2014
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
Piero Crucitti
Montaggio
Marco Spoletini

Orig.: Italia (2014) - Sogg. e scenegg.: Alice Rohrwacher - Fotogr.(Panoramica/a colori): Hélène Louvart - Mus.: Piero Crucitti - Montagg.: Marco Spoletini - Dur.: 111' - Produz.: Carlo Cresto Dina, Karl "Baumi" Baumgartner, Tiziana Soudani, Michael Weber.

Interpreti e ruoli

Maria Alexandra Lungu (Gelsomina), Sam Louwyck (Wolfgang), Alba Rohrwacher (Angelica), Sabine Timoteo . (Cocò), Agnese Graziani (Marinella), Monica Bellucci (Milly Catena)

Soggetto

Un'estate in un grande terreno agricolo al confine tra Umbria e Lazio. Quattro sorelle capeggiate da Gelsomina, la primogenita di 12 anni, alla quale il padre Wolfgang ha assegnato il ruolo di capo famiglia. Gelsomina deve coordinare e organizzare con le tre sorelle (Marinella, Caterina e Luna) la raccolta del miele e degli altri prodotti della terra. Per far funzionare tutto, bisogna che le regole funzionino. Qualcosa però arriva ad allentare gli equilibri: la presenza in casa di Martin, adolescente tedesco in programma di rieducazione, e la troupe televisiva di un concorso a premi chiamato "Il paese delle Meraviglie". Gelsomina vorrebbe partecipare ma Wolfgang è nettamente contrario. Approfittando di un momento di assenza del genitore, la ragazza si iscrive, arriva la serata televisiva e il premio va ad un'altra famiglia. Gelsomina è delusa e pentita. Ma proprio mentre le difficoltà di gestione della fattoria si fanno più acute, la famiglia ritrova l'unità e la voglia di andare avanti.

Valutazione Pastorale

Conviene partire da quello che suggerisce la regista nel pressbook: "... é un film che racconta della campagna, dell'amore un po' bizzarro tra un padre e le sue figlie, di figli maschi mancati, di animali e fate che abitano nella televisione. E' un film che è accaduto dopo il Sessantotto. E' un film dove si parla in viterbese ma quando ci si arrabbia si risponde in francese e tedesco. E' anche una fiaba". E'una sintesi che si può definire esaustiva, che aiuta in buona parte a chiarire, ma poi le immagini appaiono meno nette, e qualche intoppo subentra. L'impressione è che la Rohrwacher scrittrice abbia scritto il copione con i temi che il dibattito contemporaneo rimanda come i più urgenti, incalzanti e insieme i più vicini all'omologazione culturale. La necessità di ascoltare la campagna, i prodotti della terra, di tornare a far parlare (e non soffocare) la Natura; l'incombere della televisione come luogo dell'abbassamento della fantasia e minaccia per il pensiero libero; l'affetto per la famiglia da parte del padre in forme sgraziate e in modi irruenti; il ruolo di saggia mediazione della mamma. E poi l'idea della fine del mondo: la sensazione che tutto quello che viene coltivato con cura sia comunque destinato a scomparire. Cosa fare? Forse chiudersi in un recinto rivoluzionario e romantico, gettare sull'ambiente uno sguardo dolce e compassionevole dove riso e pianto non possano fare altro che convivere, dove l'infanzia riesca almeno a vivere il bello di quei momenti rubati e preziosi. Dove la realtà possa chiedere l'ultimo aiuto alla favola. Vera, però. Se no, perché quel cammello che gira nei campi? perché la primogenita si chiama Gelsomina? Perchè, se non per riandare a quei tempi (prima del sessantotto, appunto) quando famiglia e ambiente respiravano a pieni polmoni, e la Gelsomina felliniana era simbolo di una condizione femminile subalterna ma carica di spiritualità. Rohrwacher regista lascia il periodare sciolto della sua opera prima ("Corpo celeste") per una messa in scena più difficile, non sempre comprensibile, talvolta enigmatica e cerebrale. Affascinante tuttavia perchè corre sulla soglia di domande difficili (dove nasce il disagio contemporaneo?) e sa di non avere una risposta definitiva. Lo dimostrano quel finale sospeso, quel letto all'aperto ormai vuoto, quelle tende su stanze abbandonate. Ma allora qual'è la vera meraviglia? Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni per avviare riflessioni sui molti argomenti che suggerisce.

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