LEGAMI DI FAMIGLIA

Valutazione
Discutibile, Problematico, dibattiti
Tematica
Famiglia, Famiglia - genitori figli, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Pietro Sagliocco
Durata
90'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Istituto Luce
Musiche
Carlo Crivelli
Montaggio
Domenico Varone

Orig.: Italia (2002) - Sogg. e scenegg.: Pietro Sagliocco - Fotogr.(Normale/a colori): Roberto Locci - Mus.: Carlo Crivelli - Montagg.: Domenico Varone - Dur.: 90' - Produz.: Laboratorio Due.

Interpreti e ruoli

Pier Paolo Capponi (Vincenzo anziano), Marco Minetti (Vincenzo giovane), Isa Danieli (Lucia anziana), Laura Sagliocco (Lucia giovane), Claudio Bigagli (Marco), Massimo Ranieri (Luca), Giovanna Carcasci (Paola), Leopoldo Trieste (Mariano)

Soggetto

A Napoli, chiamati dalla malattia di Lucia, moglie del costruttore Vincenzo Maresca, si ritrovano i tre figli: Paola, insegnante, emotivamente molto instabile, trovata a sedurre uno studente nel bagno della scuola; Luca, in rapporto conflittuale con il padre cui rimprovera di non voler mai far partecipi gli altri dei suoi beni; Marco, che arriva da fuori Napoli e cerca di fare opera di mediazione e di ricomposizione del nucleo familiare. Lunghi flashback ricostruiscono l'infanzia dei tre ragazzi, condizionata da un padre autoritario perchè dedito ad uso della religione ossessivo e invadente. In ogni momento della giornata Vincenzo fa ricorso a preghiere, simboli, ammonimenti insistiti e quasi terrorizzanti e promette che lascerà tutti i suoi averi a qualche istituto religioso. Quando le condizioni di Lucia si aggravano, il marito si affaccia al capezzale e i due cercano di avere un'ultima spiegazione tra loro. Quindi Lucia muore. Sei mesi dopo, mentre Marco è tornato a casa propria, Paolo è ricoverata in una clinica per malati di mente, e Luca fa causa al padre per non perdere le sue sostanze.

Valutazione Pastorale

Si tratta di un'opera prima che, per quanto raccontata dalla voce di Marco, vede come protagonista il padre Vincenzo: uomo, costui, non tanto di fede, quanto affetto da delirio mistico, da una deformata interpretazione della religione, da un infervoramento poco spirituale e poco razionale. Il racconto vuole identificare nel padre il colpevole delle insicurezze dei figli, un padre che é mostrato così fin da giovane e tale rimane da anziano, senza il minimo ravvedimento. Il clima dunque é quello di una costante disperazione, in fondo alla quale non c'é perdono. Se la prima impressione è quella di dire che vengono evidenziati i guasti della presenza della religione nella vita quotidiana e familiare, una lettura più attenta potrebbe portare a far emergere una sorta di denuncia proprio contro quel 'tipo' di fede intesa come delirio personalistico verso gli altri. Lettura avvalorata da una certa tendenza melodrammatica della vicenda e dal fatto che il periodo iniziale della vita di quella famiglia é collocato negli anni '50' quando una certa religiosità popolare eccessiva e deviata esisteva ed era ben conosciuta. Oscillando tra le due letture, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, problematico e adatta a dibattiti. UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si segnala per proposte mirate, come avvio ad una riflessione di non poco interesse sulle 'interpretazioni ' religiose in Italia tra storia, tradizione, ritualità. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.

Le altre valutazioni

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