L’ESCA

Valutazione
Inaccettabile, Negativo
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Bertrand Tavernier
Durata
113'
Anno di uscita
1995
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
L'APPAT
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Colo Tavernier O'Hagan, Bertrand Tavernier liberamente ispirato al romanzo di Morgan Sportes
Musiche
Philippe Haim
Montaggio
Luce Grunenwaldt

Sogg.: liberamente ispirato al romanzo di Morgan Sportes - Scenegg.: Colo Tavernier O'Hagan, Bertrand Tavernier - Fotogr.: (panoramica/a colori) Alain Choquart - Mus.: Philippe Haim - Montagg.: Luce Grunenwaldt - Dur.: 113' - Produz.: Hachette Premiere & Cie, Little Bear Productions, France 2 Cinema, M6 Films - Vietato ai minori degli anni diciotto

Interpreti e ruoli

Marie Gillain (Nathalie), Oliver Sitruk (Eric), Bruno Putzulu (Bruno), Richard Berry (Alain), Clotilde Courau (Patricia), Philippe Duclos (Antoine), Christophe Odent (Laurent), Jean-Paul Comart, Marie Ravel, Jean-Louis Richard, Philippe Helies, Jacky Nercessian, Alain Sarde

Soggetto

la giovane Nathalie, commessa in una boutique, si reca, spesso, in alcuni locali frequentati da professionisti in cerca di relazioni che la sospingano più in alto nella scala sociale, pur non concedendo che sorrisi e vaghe promesse ai suoi corteggiatori, finché il suo ragazzo, Eric, come lei di estrazione benestante, non decide con l'amico proletario Bruno di usarla come esca per rapinare i ricchi professionisti che lei riesce a conoscere: Nathalie dovrebbe andare all'appuntamento galante e poi lasciare aperta la porta dell'appartamento per l'irruzione dei complici. Inizia così un'allucinante quanto goffa caccia alla vittima designata: insieme ad una seconda ragazza, Patricia, adesca un certo Laurent ma costui ha invitato un amico, e le due giovani sono costrette ad allontanarsi con una scusa. Poi Antoine, un avvocato cede alle lusinghe; Eric e Bruno irrompono fingendosi due clienti insoddisfatti: non trovando la cassaforte con il danaro ed avendo detto a questi di aver ucciso Nathalie per terrorizzarlo, lo massacrano. Quindi il terzetto cerca un alibi nel locale dove fa i suoi approcci Nathalie che vorrebbe ritirarsi e per questo litiga con Eric, che la convince a riprovare. Ma al primo tentativo con un certo Alain lei lascia inserito il chiavistello automatico e i due devono scappare; poi i due entrano senza passamontagna: Eric finge gelosia, ed Alain fa leva sulla razza ebraica di entrambi per calmarlo. Ma invano: i due seviziano l'uomo per sapere dove sia l'inesistente cassaforte, lo massacrano a coltellate e svaligiano l'appartamento. La collanina del defunto al collo di Nathalie tradisce la giovane che, dopo aver confessato alla polizia e fatto arrestare i complici, chiede candidamente se potrà andare a Marsiglia a trovare il padre.

Valutazione Pastorale

basandosi su un episodio reale, Tavernier dipinge qui il quadro fosco e senza speranza di una gioventù che più bruciata, insulsa, stupidamente feroce non si potrebbe immaginare. D'accordo, l'episodio è vero, e la cronaca propone se possibile cose analoghe o peggiori, con figli che massacrano i genitori per farsi l'automobile nuova o bambini che seviziano coetanei per divertimento. Il male indubbiamente c'è da quando esistono esseri capaci di intendere e di volere. Ma cosa si ricava dalla lunga ed allucinante requisitoria indiretta che Tavernier muove alla società odierna con la sua permissività sessuale, la becera smania consumistica, il bombardamento di spot, di televendite, di telequiz a premio, di insulsi videoclip, o dalla tragica situazione dei rapporti familiari, vedansi quelli di Eric col padre o di Nathalie con la madre separata, o quelli inesistenti dello stolido e feroce Bruno? Si ricava l'impressione che il regista, preso indubbiamente da un sacro furore contro tanto abominio, ma sotto sotto affascinato dall'atmosfera tenebrosa e malsana che storie simili emanano, si sia dimenticato inconsciamente o volutamente di mettere a confronto questa visione unilaterale e senza speranza con un'alternativa tale da consentire un giudizio più equilibrato sulla vicenda o perlomeno di allargare la visione ad un orizzonte meno chiuso e claustrofobico. Si ha la senzazione di assistere a tratti ad una versione minimalista e realistica, prosciugata da ogni possibile surreale sarcasmo, la cui sostanza, negativa e disperante, non si può che respingere con fermezza.

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