LITTLE ODESSA

Valutazione
Inaccettabile, Crudo
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
James Gray
Durata
98'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
LITTLE ODESSA
Distribuzione
Cecchi Gori Group
Soggetto e Sceneggiatura
James Grady
Musiche
Dana Sand
Montaggio
Dorian Harris

Sogg. e Scenegg.: James Grady - Fotogr.: (scope/a colori) Tom Richmond - Mus.: Dana Sand - Montagg.: Dorian Harris - Dur.: 98' - Produz.: Paul Webster, Kerry Orent

Interpreti e ruoli

Tim Roth (Joshua Shapira), Edward Furlong (Reuben), Moira Kelly (Alla), Vanessa Redgrave (Irina), Maximilian Schell (Arkady)

Soggetto

Joshua Shapira, un killer originario del quartiere ebreo newyorkese di Little Odessa, vi ritorna per eliminare su commissione un gioielliere iraniano, e ne approfitta per rientrare in contatto con la famiglia, che non vede da quando, anni prima, si è dovuto allontanare dopo aver ucciso il figlio del boss Boris Volkov. Tramite il fratello Reuben, che sta dalla sua parte, riesce a visitare la madre malata, Irina, per la quale nutre profondo affetto, mentre ha un rapporto assai deteriorato col padre, Arkady, che ha da tempo un'amante. Ritrova anche Alla, la sua ex ragazza, con la quale riprende l'antica relazione. Assoldata una squadra di malviventi, ex amici di quartiere, organizza la spietata esecuzione del gioielliere iraniano, il cui cadavere viene bruciato in una discarica. Al fatto assiste Reuben, che si impossessa della pistola, lasciata sul posto. Acuitasi la crisi col padre che, preoccupato, ha malmenato Reuben, Joshua lo porta in periferia e si trattiene a stenso dall'ucciderlo. La madre intanto muore; Volkov è già sulle tracce, ed il padre, per vendicarsi, lo denuncia al mafioso, che lo insegue con i suoi uomini. L'amico Sasha ha sentore della cosa e corre a casa di Alla, dove sa esserci Joshua. La giovane viene uccisa dai killer, che uccidono anche lui, mentre Reuben riesce ad eliminare uno dei sicari prima di cadere crivellato dall'altro, a sua volta ucciso da Joshua, allarmato dagli spari. Egli trascina il cadavere del fratello al forno della discarica e lo brucia.

Valutazione Pastorale

con i toni e l'incedere di una moderna tragedia l'incalzante ed agghiacciante film di James Gray ci proietta in un mondo di degrado urbano statunitense. Violenza, sgarri, omicidi su commissione, il tutto immerso nel crogiuolo degli affetti familiari, che fanno da contraltare al tetro, brunoso sfondo urbano su cui si stagliano (come inquietanti personaggi di un dramma razziale, generazionale e familiare), i protagonisti di questa cruda, angosciante e spietata saga russo-ebraica. Domina su tutto la violenza ossessiva, maniacale di cui Joshua sembra voler sottolineare ogni gesto del suo agire quotidiano, con quel suo puntare la pistola contro tutto e tutti, un gesto tra la minaccia e la difesa, contro gli uomini ed il mondo che lo hanno proiettato in una dimensione disumana fin da ragazzo, quando l'impatto con la violenza urbana della cittàa, nutrita da fame, voglia disperata di sopravvivere, eredità atavica di fughe, persecuzioni, sopraffazioni hanno prodotto il micidiale cocktail di pulsioni e passioni che lo divorano senza scampo. Paradossalmente, malgrado le morti violente delia sua donna e del fratello, che con la madre costituiscono la triade degli unici affetti rimastigli al mondo, Joshua appare come la vera, unica vittima della tragedia che si è appena consumata. Purtroppo i meriti artistici del film, splendido per interpretazione, montaggio, fotografia, non bastano a purificarlo da un'atmosfera inesorabile di violenza e disperazione che le scene, efferate e girate senza alcuna remora, portano a livelli moralmente inaccettabili. Un compiacimento evidente che purtroppo vanifica i messaggi pur positivi contenuti in questo film.

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