L’ODORE DELLA NOTTE

Valutazione
Inaccettabile, Violento
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Claudio Caligari
Durata
98'
Anno di uscita
1998
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Filmauro
Soggetto e Sceneggiatura
Clau Liberamente ispirato al libro "Le notti di Arancia meccanica" di Dido Sacchettoni
Musiche
Pivio, Aldo De Scalzi

Sogg.: Liberamente ispirato al libro "Le notti di Arancia meccanica" di Dido Sacchettoni - Scenegg.: Clau- dio Caligari - Fotogr.: (Panoramica/a colori) Maurizio Calvesi - Mus.: Pivio, Aldo De Scalzi - Montaggio: Mauro Bonanni - Dur.: 98' - Produz.: Sorpasso Film

Interpreti e ruoli

Valerio Mastandrea (Remo Guerra), Marco Giallini (Maurizio Leggeri), Giorgio Tirabassi (Roberto Salvo), Alessia Fugardi (Rita), Ema- nuel Bevilacqua ("il rozzo"), Giampiero Lisarelli (Attilio), Elda Alvigini (Michela), Francesca D'Aloja, Little Tony, Lele Vannoli, Stella Wonderman, Federico Pacifici, Marina Viro

Soggetto

Remo Guerra, un giovane ancora in forza alla polizia, è il capo di un gruppo di rapinatori dell'estrema periferia romana specializzati nell'assalto ai quartieri alti. Ormai totalmente preso dalla sua dimensione illegale, Remo riesce a sviluppare una efficacissima tecnica criminale. La banda aggancia le vittime per strada, le segue in macchina ed entra in casa in un crescendo di modi sempre più duri e violenti. Così va avanti per tantissime rapine. E così la situazione prosegue, anche quando Remo lascia la polizia, che adesso lo può affrontare da nemico. Remo è anche arrestato ma esce e riprende come se niente fosse successo. In realtà, a poco a poco, la ripetizione di quei gesti comincia a mostrare segni di stanchezza. In una rapina in un appartamento di alto livello, Remo si trova di fronte i rappresentanti di quei 'poteri' che formano il blocco della società e ne difendono l'esistenza. Remo sembra confusamente diventare consapevole dell'impossibilità di continuare. Viene arrestato, e questa è la volta definitiva.

Valutazione Pastorale

liberamente ispirato al libro "Le notti di arancia meccanica" scritto da Dido Sacchettoni e che a sua volta si rifaceva ad episodi di cronaca realmente accaduti a Roma alla fine degli anni Settanta, il film è un incredibile coacervo di velleitarismi, idee confuse, ambizioni irrisolte. Non è denuncia, non è documento, non è quadro sociologico, non è politico: non è non si sa che altro, essendo i fatti, dichiaratamente drammatici, annacquati in tonalità ironiche, comiche forse involontariamente, certo distraenti e disordinate. Restano quindi più che mai in primo piano tutte le numerose sequenze di violenza cruda e brutale, mostrate anche queste in maniera asettica, e senza una parvenza di distacco. Un clima di forte ambiguità attraversa per tutta la durata il film che, dal punto di vista pastorale, va valutato come inaccettabile e violento, proprio perché il racconto è proposto senza alternative e senza mai spiegare il perché di questa violenza. Utilizzazione: il film è da escludere dalla programmazione ordinaria. Lo si potrebbe recuperare in occasioni più mirate, ma soprattutto per riflettere sui suoi aspetti negativi, e per sottolineare ancora i difetti congeniti di tanto cinema italiano: troppo chiuso, cerebrale, compiaciuto, non digeribile.

Le altre valutazioni

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