L’OMBRA DEL LUPO **

Valutazione
Discutibile, Problematico, Dibattiti
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Jacques Dorfmann
Durata
118'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
AGAGUK
Distribuzione
Filmauro
Soggetto e Sceneggiatura
Evan Jones, Rudy Wurlitzer, David Milhaud Tratto dal romanzo "Agaguk" di Yves Theriault
Musiche
Maurice Jarre
Montaggio
Françoise Bonnot

Sogg.: Tratto dal romanzo "Agaguk" di Yves Theriault - Scenegg.: Evan Jones, Rudy Wurlitzer, David Milhaud - Fotogr.: (scope/a colori) Billy Williams - Mus.: Maurice Jarre - Montagg.: Françoise Bonnot - Dur.: 118' - Produz.: Claude Leger

Interpreti e ruoli

Lou Diamond Phillips (Agaguk), Toshiro Mifune (Kroomak), Jennifer Tilly (Igiyook), Bernard-Pierre Donndieu (Brown), Donald Sutherland (Henderson), Nicolas Campbell (Scott), Raoul Trujillo (Big Tooth), Qalingo Tockalak, Jobie Arnaituk, Tamussie Sivuarapik, David Okpik, Harry Hill, Patricia Eshkibok, Glenn Verdon

Soggetto

Alaska, 1935. Il giovane Inuit Agaguk uccide un enorme orso bianco: il padre, Kroomak, sciamano e capo-tribù, preferisce cedere la preziosa pelliccia ad un mercante di liquori, Brown. Irritato con lui, che tra l'altro vuole giacere con la bella Igiyook di cui è invaghito, Agaguk si ribella, accoltella Brown dando fuoco alla baracca e fugge con la giovane. Il padre gli ha scagliato contro lo "spirito" del lupo bianco, ed un grosso esemplare segue infatti le sue orme. Successivamente l'agente Henderson dopo aver ucciso in un'imboscata Big Tooth, contrabbandiere compare di Brown, decide di aprire un'inchiesta sulla scomparsa di quest'ultimo. Igiyook annuncia, intanto, di aspettare un bimbo, e nascono i primi screzi sul sesso del nascituro, che Agaguk pretende maschio. Questi, sceso al villaggio, incontra Henderson che gli chiede notizie di Brown; poi torna al villaggio ad avvisare il padre, che deve ospitare l'agente, intenzionato a scoprire il colpevole. Mentre Agaguk si trasferisce sulla costa presso la tribù della moglie (dove Igiyook partorisce un maschietto, Toyarak), Kroomak induce Henderson ad andarsene, ma gli spara alle spalle e lo fa smembrare e bruciare. Frattanto il lupo bianco, che elude le trappole e le fucilate di Agaguk, lo attacca sfregiandogli il viso, e soccombe solo sotto il coltello del giovane, che sopravvive solo grazie alle cure della donna, che lo sostituisce in tutto. La polizia affronta Kroomak chiedendo di Brown ed Henderson. Kroomak dapprima accusa il figlio, avvisandolo segretamente perchè fugga: ma questi si presenta al campo, e la vista del nipote e del volto sfigurato del figlio convincono il capo-tribù ad addossarsi la colpa di entrambi gli omicidi. Passate le consegne al giovane, sale sull'aereo della polizia da cui si getta aprendo le braccia: i suoi uomini lo vedono trasformarsi in falco.

Valutazione Pastorale

tratto da un noto romanzo del canadese Yves Theriault, che condensa qui la sua autentica esperienza con gli Inuit, che lo accolsero come uno di loro, il film tenta con risultati alterni di coinvolgere lo spettatore circa l'antico problema dell'incontro-scontro tra cultura bianca e minoranze, che si conclude ineluttabilmente con la snaturazione delle tradizioni originarie della tribù acculturate e con la progressiva dipendenza, alimentare e tecnologica, delle minoranze dal mondo economico e culturale dei bianchi. Altro aspetto è quello del contrasto tra generazioni in seno agli Inuit, con il padre legato alle antiche tradizioni ma snaturato dall'alcool che il compiacente Brown gli propina in cambio di preziose pellicce, ed il fiero Agaguk, spalleggiato dalla non meno fiera e volitiva Igiyook, che soffre il peso dell'autorià paterna e di certi aspetti ossessivi ciecamente dittatoriali della tradizione familiare e sociale della sua gente, e si rende contemporaneamente conto dei controvalori di cui è portatore l'uomo bianco, con il quale è però costretto ineluttabilmente a venire a patti. Su tutto domina il Grande Nord, con le sue distese immacolate e selvagge, le insidie della caccia, la ferocia del lupo e dell'orso, l'impari ed eroica lotta dei minuscoli, coraggiosi Inuit col grande leviatano. Il tono sovente didascalico, del proto-femminismo forse troppo avveniristico per l'epoca, un'inutile escursione nell'erotismo non intaccano i meriti di base del film che per la crudezza di alcune situazioni rientra però nella categoria del discutibile.

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