L’OPERA AL NERO **

Valutazione
Discutibile, Complesso
Tematica
Giustizia, Letteratura
Genere
Drammatico
Regia
André Delvaux
Durata
104'
Anno di uscita
1989
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
L'OEUVRE AU NOIR
Distribuzione
Cecchi Gori Classic
Soggetto e Sceneggiatura
André Delvaux dal romanzo di Marguerite Yourcenar
Musiche
Frederic Devresse
Montaggio
Albert Jurgenson

Sogg.: dal romanzo di Marguerite Yourcenar - Scenegg.: André Delvaux - Fotogr.: (panoramica/a colori) Charlie Van Damme - Mus.: Frederic Devresse - Montagg.: Albert Jurgenson - Dur.: 104' - Co-Produz.: Philippe Dussart, La Sept, Films A2, Pallis-La Nouvelle Imagerie, Bruxelles

Interpreti e ruoli

Gian Maria Volontè (Zenon Ligre), Marie Christine Barrault (Milzonde), Jean Bouise (Campanus), Mathieu Cariere (Pierre De Hamaere), Anna Karina (Catherina), Sami Frey, Philippe Leotard, Marie-France Pisier, Johan Leysen, Jacques Libre

Soggetto

nel XVI secolo durante il periodo dell'Inquisizione, Zenon Ligre, un alchimista dedito alle scienze mediche e naturali, dopo aver trascorso gran parte della sua vita peregrinando per l'Europa sotto il falso nome di Sebastien Theus, torna a Bruges, sua terra natale, da dove, anni prima, era fuggito perché ricercato per eresia. Ospitato da un vecchio amico, Zenon si dedica alla sua attività di medico nell'ambulatorio del convento dei Cordeliers ove la gente, che non lo ha dimenticato, affluisce fiduciosa ottenendo la guarigione. Accusato ingiustamente di stregoneria, di aver intrattenuto ambigui rapporti con i novizi del convento e di aver ucciso chi lo aveva ospitato (il vecchio amico, invece, era stato avvelenato dalla serva Catherina offertasi spudoratamente a Zenon ed ora sua implacabile accusatrice), Ligre, durante il processo, viene criminilazzato e subisce molte angherie e sopraffazioni. Terrorizzato dall'idea di essere condannato al rogo, come fu, a suo tempo, destinata la madre, Zenon Ligre, disperato, si dà la morte svenandosi nella cella.

Valutazione Pastorale

in questa storia, fosca e densa quale tempi, luoghi e clima impongono, l'anticonformista e ribelle protagonista emerge come uomo affascinato dal sapere e dalla conoscenza curioso di sperimentazioni ardite, sostanzialmente in anticipo sulla sua epoca, sollecito verso gli oppressi, allorché ne sia in gioco il dolore e la vita stessa. Fatale, dunque, lo scontro con i potenti e gli arroganti e con le ottuse strutture, in una epoca di ignoranza e di prevaricazioni, dominata da vessazioni, ingiustizie, torti, paure e, soprattutto, da superstizioni. In questo contesto, il film, con accuratezza estrema malgrado una certa lentezza descrive un periodo della vita di Zenon Ligre (evidenziando le sue fiducie e certezze, la sua passione per la scienza nonché la sua pietà per la creatura umana tanto più se umiliata e perseguitata) fino al processo davanti al tribunale dell'Inquisizione che, con il rituale utilizzo di false accuse e di prove deformate o manipolate, lo condurrà al suicidio. La tragica morte di Zenon è da valutare come conseguenza di asserzioni infondate e perfide che gli toglie ogni forza fisica e morale e che, prospettandogli la visione del rogo, lo terrorizza anche per il ricordo delle sofferenze subite dalla dolcissima madre, troppo presto perduta. Perfetta la connotazione dei luoghi (a Bruges ed in altre località delle Fiandre contornate da verdi canali e con le stradine ed i ponticelli in pietra viva); di corposa bellezza il colore dei costumi; suggestivi i tenui colori usati per presentare i ricordi infantili del protagonista (la casa, i giochi, le pianure fiamminghe).

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