LORDS OF DOGTOWN

Valutazione
Accettabile-riserve, realistico
Tematica
Amicizia, Famiglia - genitori figli, Giovani, Sport
Genere
Commedia
Regia
Catherine Hardwicke
Durata
107'
Anno di uscita
2005
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Lords of Dogtown
Distribuzione
Sony Pictures Releasing Italia
Musiche
Mark Mothersbaugh
Montaggio
Nancy Richardson

Orig.: Stati Uniti (2005) - Sogg. e scenegg.: Stacy Peralta - Fotogr.(Panoramica/a colori): Elliot Davis - Mus.: Mark Mothersbaugh - Montagg.: Nancy Richardson - Dur.: 107' - Produz.: John Linson.

Interpreti e ruoli

John Robinson (Stacy), Emile Hirsch (Jay), Rebecca De Mornay (Philaine), William Mapother (Donnie), Julio Oscar Mechoso (sig. Alva), Victor Rasuk (Tony), Nikki Reed (Kathy Alva), Heath Ledger (Skip), Vincent Laresca (Chino), Brian Zarate (Montoya), Michael Angarano (Sid), Pablo Schreiber (Stecyk), Elden Henson (Billy Z.)

Soggetto

Anno 1975. A Venice (California) nel piccolo quartiere di Dogtown un gruppo di ragazzi decide di adattare le tecniche del surf agli esercizi sullo skateboard. Stacy, Jay, Donnie, Tony, Sid cominciano a provare numeri fortemente innovativi, che trovano slancio quando sotto le tavole vengono applicate ruote in uretano, materia plastica che assicura maggiore aderenza al cemento. Correndo sui muri come fossero onde e poi cavalcando le curve delle piscine del quartiere, i giovani acquisiscono una tecnica molto speciale. Skip, il titolare del negozio di skateboard dove tutti hanno cominciato, ne fa una squadra, e da quel momento gli Z-Boys partecipano a gare di crescente importanza. Le vittorie portano fama, soldi e la possibilità di entrare nel giro dei professionisti. Alcuni vanno per conto proprio, e le amicizie finiscono. Sid invece scopre di avere un male incurabile ed è intorno a lui che il gruppo riesce a ritrovarsi.

Valutazione Pastorale

Spesso citata per situazioni ad alto tasso di mitologia, la cittadina di Venice in California potrebbe quasi sembrare inventata, luogo dell'immaginario e della fantasia. Invece esiste davvero e comprende al proprio interno il piccolo quartiere chiamato Dogtown. La garanzia di una sicura base di realismo rispetto a quello che la storia racconta è data dal fatto che l'autore del copione é Stacy Peralta, nome che forse non dice molto che trenta anni fa (1975) faceva appunto parte di quel gruppo di giovani, tanto da apparire nelle immagini con nome e cognome autentici. Il racconto dunque segue la crescita di questi ragazzi, accomunati da difficili esperienze familiari, ribelli forse in ritardo rispetto ai movimenti del '68 e per questo meno incisivi. Nella parte finale viene recuperato il percorso tipico della commedia americana tra memoria e nostalgia: ci si muove lungo quella linea dove la protesta contro le regole e l'attrattiva per i vantaggi offerti dal sistema finisce per sovrapporsi e confondersi. Il ragazzo che muore di malattia getta un'ombra di marezza e induce a qualche opportuna riflessione. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile con riserve per qualche passaggio un po' fuori misura, ma nell'insieme molto realistico. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria con qualche attenzione per la presenza dei più piccoli. Stessa cura è da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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