L’ORSO DI PELOUCHE

Valutazione
Inaccettabile, Amorale
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Jacques Deray
Durata
90'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Francia, Italia
Titolo Originale
L'OURS EN PELOUCHE
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Dardano Sacchetti, Filippo Ascione, Jean Curtelin ispirato al romanzo "L'ours en pelouche" di Georges Simenon
Musiche
Romano Musumarra
Montaggio
Nino Baragli

Sogg.: ispirato al romanzo "L'ours en pelouche" di Georges Simenon - Scenegg.: Dardano Sacchetti, Filippo Ascione, Jean Curtelin - Fotogr.(panoramica/a colori): Luciano Tovoli - Mus.: Romano Musumarra - Montagg.: Nino Baragli - Dur.: 90' - Produz.: Les films Alain Sarde, Parigi; M.M.D., Roma.

Interpreti e ruoli

Alain Delon (Jean Riviere), Francesca Dellera (Holly), Martine Brochard, Paolo Bonacelli, Regina Bianchi, Franco Interlenghi, Julie Dupage, Claudia Pandolfi, Valentina Forte

Soggetto

Noto ginecologo, il professor Jean Rivière, titolare di un'esclusiva clinica a Bruxelles, riceve una telefonata da un uomo, che lo minaccia di morte. In crisi con l'affezionata e tollerante consorte, Jean, che ha una torbida relazione con Holly, prosperosa discjokey in una discoteca, trova poi un pacchetto contenente un orsetto di peluche, che gli ricorda un'avventura notturna con un'infermiera che ha prestato servizio per un anno e si è licenziata senza preavviso. Chi lo minaccia gli fornisce l'indirizzo di una chiesa: qui viene a conoscenza dalla madre della giovane infermiera, che quest'ultima, sconvolta per l'esperienza e frustrata per il successivo disinteresse dell'amato, si è gettata nel canale. Entrato nell'appartamento di costei, scopre ritagli di riviste, fotografie e libri che lo riguardano; una coinquilina gli dà l'indirizzo di un'amica dell'infermiera, che lo accusa di averla praticamente uccisa. Dopo un incontro con Holly, Rivière incontra il fratello della defunta: è lui che vuole ucciderlo, e gli dà appuntamento per la mattina seguente sulla banchina del canale. Invano Rivière cerca conforto da vecchi amici: il primo, collezionista d'auto, lo manda via rinfacciandogli di avergli voltato le spalle in un momento analogo; l'altro, un collega fallito, lo consiglia di non dare peso al rimorso. Poi Jean va a salutare la madre, un'accanita giocatrice, e Holly, che tenta invano di trattenerlo. Tornato a casa la figlia, pianista, gli ricorda che l'indomani ci sarà il suo primo concerto. Il mattino dopo, in riva al canale, il fratello dell'infermiera tenta di investirlo con l'automobile ma lui gli spara e l'altro finisce in acqua, morto. La sera Jean si reca tranquillamente al concerto della figlia e stringe teneramente la mano della consorte.

Valutazione Pastorale

La fortuna dei romanzi di Simenon è dovuta in gran parte al tono di naturalezza e al realismo, nei gesti e nella psicologia, dei personaggi che li animano. Qui, in questa squallida vicenda, del racconto originale cui si è ispirata sembra quasi non esservi traccia: Alain Delon, già statico ed inespressivo da giovane, col passar degli anni appare sempre più mummificato nel suo eterno soprabito scuro; Francesca Dellera, ha l'espressività di una bambola di gomma, tutta labbroni, capelli e squittìi tra il puerile e l'idiota. Sul piano pastorale poi si tratta del campionario più completo di cinismo, egoismo ed immoralità cui si possa assistere: la figura del medico è moralmente ripugnante, e se la moglie sembra assicurare continuità al talamo accettando l'adulterio del solerte consorte, non basta certo a compensare il clima tetro ed ignobile dell'intera vicenda, punteggiata da figure come quella del medico corrotto e beone, impersonata da Bonacelli, che fa da degno contraltare al più illustre e amorale collega.

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