L’OTTAVO GIORNO

Valutazione
Complesso, Discutibile, Dibattiti
Tematica
Amicizia, Disabilità
Genere
Metafora
Regia
Jaco Van Dormael
Durata
118'
Anno di uscita
1996
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
LE HUITIÈME JOUR
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Jaco Van Dormael, Didier De Neck, Laurette Vankeerberghen Jaco Van Dormael
Musiche
Pierre Van Dormael
Montaggio
Susana Rossberg

Orig.: Francia (1996) - Sogg.: Jaco Van Dormael - Scenegg.: Jaco Van Dormael, Didier De Neck, Laurette Vankeerberghen - Fotogr.: (panoramica/a colori) Walther Vanden Ende - Mus.: Pierre Van Dormael - Montagg.: Susana Rossberg - Dur.: 118' - Produz.: Philippe Godeau.

Interpreti e ruoli

Daniel Auteil (Harry), Pascal Duquenne (Georges), Miou-Miou (Julie), Isabelle Sadoyan, Henry Garcin, Michèle Maes, Laszlo Harmati, Hélène Roussel, Fabienne Loriaux, Didier De Neck, Dominic Gould.

Soggetto

Harry, uno stimato docente di formazione aziendale, cura molto la preparazione degli addetti alle vendite, sintetizzandone il comportamento ottimale in tre regole d'oro: sorriso e attenzione al cliente, ottimismo, decisione. All'uscita da un suo faticoso servizio, al limite della resistenza per l'impegno che il proprio compito esige, quasi dimentica che è il "suo giorno" di marito separato per avere le sue bambine. Quando arriva alla stazione, dove aveva promesso alla moglie Julie di recarsi a prenderle, le bambine non ci sono più e costei, in tono comprensibilmente indignato e gelido, gli fa sapere al telefono che sono tornate a casa. Mentre riflette su quella sua giornata estenuante, al volante della propria automobile in piena notte, Harry è preso da un colpo di sonno e provoca un incidente che lo fa tornare di colpo in sé. Ha investito un cane e subito si fa avanti il presunto padrone, Georges, un giovane down smarrito e farneticante, fuggito dall'Istituto in cui è stato relegato dopo la morte della madre. Harry è costretto suo malgrado ad occuparsene e lo porta al primo posto di polizia, dove s'imbatte in pretesti burocratici da parte dell'unico agente in servizio in quell'ora notturna: non gli resta che portarlo nel proprio alloggio di "single" forzato e offrirgli l'unico letto disponibile, il suo. Andati a vuoto i numerosi tentativi di disfarsi di Georges, per il quale pur sente compassione e simpatia, restituendolo a qualcuno dei suoi o all'Istituto, Harry non può fare altro che dividere con lui il proprio ruolo di "perdente", rifiutato perfino dalle sue piccole figlie. Finché, dovendosi assentare un momento dall'automobile in cui l'ha lasciato, per i suoi impegni di lavoro, non trova più Georges che è salito sulla terrazza dello stabile, si è rimpinzato di cioccolato verso il quale ha una pericolosa allergia ha perduto l'equilibrio ed precipitato giù.

Valutazione Pastorale

Intrecciata di sequenze realistiche e lunghe rappresentazioni irreali di sogni e vaneggiamenti dei due protagonisti, la storia proposta obbliga lo spettatore a riflettere su certe frange infelici di "ultimi", fra i più rifiutati dalla famiglia e dalla società che tendono a rimuovere dalla propria coscienza i gravi problemi che suscita l'esistenza di questi esseri estremamente bisognosi di assistenza, comprensione ed affetto. Oltre alla valida interpretazione maschile dei due co-protagonisti (il normale ed il down) il film è pregevole formalmente anche per la fotografia, le musiche, la scelta narrativa. Ma è soprattutto considerevole per le problematiche familiari e sociali che affronta. Può tuttavia creare illusioni e indurre a interventi inadatti in persone non ben informate sul fenomeno down, che potrebbero peggiorare le condizioni di chi ne soffre. Tale anomalia, infatti, esige competenza ed equilibrio nel trattamento, e non unicamente buon cuore e palliativi scelti con leggerezza. La complessità di certe situazioni realistiche motiva il giudizio.

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