LOVELESS

Valutazione
Complesso, Problematico, dibattiti **
Tematica
Adolescenza, Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia, Metafore del nostro tempo
Genere
Drammatico
Regia
Andrey Zvyagintsev
Durata
126'
Anno di uscita
2017
Nazionalità
Belgio, Francia, Germania, Russia
Titolo Originale
Nelyubov
Distribuzione
Academy Two
Musiche
Evgueni & Sacha Galperin
Montaggio
Anna Mass

Orig.: Russia/Francia/Germania/Belgio (2017) - Sogg. e scenegg.: Oleg Negin, Andrey Zvyagintsev - Fotogr.(Scope/a col.:): Mikhail Krichman - Mus.: Evgueni & Sacha Galperin - Montagg.: Anna Mass - Dur.: 126' - Produz.: Alexandre Rodnyansky, Serguey Melkumov con Gleb Fetisov - 70^ EDIZIONE FESTIVAL DI CANNES 2017 PREMIO DELLA GIURIA, PREMIO EFA 2017 FOTOGRAFIA E MUSICHE ORIGINALI, CANDIDATO PER LA RUSSIA AGLI OSCAR 2018.

Interpreti e ruoli

Maryana Spivak (Zhenya), Aleksaey Rozin (Boris), Matvey Novikov (Alyosha), Marina Vasilyeva (Masha), Andria Keiss (Anton), Aleksey Fateev . (coordinatore)

Soggetto

Al culmine di un periodo di liti furibonde, Zhenya e Boris decidono di separarsi. Sia lui che lei hanno già un nuovo compagno e sono impazienti di cominciare una nuova vita. Tra di loro c'è però il figlio Alyosha, 12 anni, che nessuno dimostra veramente di amare...

Valutazione Pastorale

Andrey Zvyagintsev ha esordito nel 2003 con "Il ritorno", Leone d'Oro alla Mostra di Venezia; ha quindi diretto "The Banishment" 2007 (60^ festival di Cannes); "Elena" 2011 (Festival di Cannes, Premio Speciale della Giuria 'Un certain regard');"Leviathan", 2014 (Festival di Cannes, Premio per la migliore sceneggiatura. Ora propone questo "Loveless", per il quale "mi piacerebbe - dice- riuscire a tracciare delle linee di collegamento tra questo film e 'Scene da un matrimonio'(di Ingmar Bergman, 1973, ndr), trasposto in un'epoca diversa e recitato da altri personaggi: cittadini contemporanei, privi di qualsiasi forma di autocoscienza o dubbio, una coppia della classe media della Russia di oggi". L'obiettivo si può dire che sia fortemente cercato e, per più versi, raggiunto. Il ritratto della "coppia della classe media della Russia di oggi (come il regista la definisce) cresce e stupisce per la profondità dell'esame psicologico che cala sui due protagonisti, lascia disorientati per la cattiveria 'naturale' e la voglia di vendetta che rende cinici e sprezzanti frasi e comportamenti. Ma soprattutto, è spiazzante e desolante la forza distruttiva alla quale è affidato il destino del figlio Alyosha: la sequenza che coglie il ragazzo nel momento in cui capisce di essere solo e con genitori ostili esprime tutto il senso del dolore e della privazione di qualcosa di importante, il male che prevale senza appello. E' questa la Russia emersa dal crollo del muro di Berlino? Forse non è tutto qui, ma il regista, dopo "Leviathan", compone un altro ritratto duro e senza sconti. Specchio di una società che ha sostituito la comprensione con l'aridità, la solidarietà con il conflitto perenne. Un abisso dal quale non sarà facile tornare indietro. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria con attenzione e cautela, data la profonda articolazione dei temi affrontati. Argomenti stratificati da affidare ad una riflessione che coinvolga anche aspetti etici, morali, oltreché politici e di costume.

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