Orig.: Italia (2005) - Sogg. e scenegg.: Pupi Avati - Fotogr.(Scope/a colori): Pasquale Rachini - Mus.: Riz Ortolani - Montagg.: Amedeo Salfa - Dur.: 106' - Produz.: Antonio Avati per DueA Film, RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Claudio Santamaria (Nick Cialfi), Vittoria Puccini (Francesca), Paolo Briguglia (Gianca Zanichelli), Johnny Dorelli (Ludovico Zanichelli), Augusto Fornari (Marcello), Alessio Modica (Dedo Maramotti), Enrico Salimbeni (William Maramotti), Selvaggia Quattrini (Gilberta Zanichelli), Manuela Morabito (Greta Zanichelli), Eliana Miglio (sig.ra Zanini), Gianni Fantoni, Chiara Sani, Chiara Tortorella.
Soggetto
Anno 1994. Gianca e Nick, due ragazzi di Bologna, si conoscono a Perugia in occasion di uno stage per musicisti promosso da Umbria Jazz. Gianca ha studiato musica e suona il jazz anche in omaggio al padre, affermato commercialista ma in passato jazzista di buon livello mai veramente affermatosi. Nick invece non conosce gli spartiti ma sente dentro la rabbia di affidare alla musica la voglia di riscatto per la propria situazione familiare. Gianca e Nick diventano amici. Quando tornano a Bologna, Nick conosce la sorella di Gianca, la sposa e con lei ha un figlio. Dopo molte esitazioni, Gianca avvicina Francesca, di cui è innamorato. I due mettono insieme un gruppo chiamato Joy Spring Quartet, ottengono qualche ingaggio, ma non sfondano. Anche Nick è attratto da Francesca, Gianca se ne accorge al pari del fatto che é solo lui, Nick, a ricevere i complimenti alla fine delle loro esibizioni. Così Gianca prende le decisione: sposa Francesca e lascia la musica per seguire l'attività paterna. Un giorno arriva l'invito per un importante concerto di tromba solista a Lugano: Nick é ormai un artista di successo. I due sono in sala. Alla fine vanno a salutare Nick in camerino. Poi Gianca e Francesca si allontanano turbati. Lei è innamorata di Gianca. Forse si lasceranno.
Valutazione Pastorale
Dice Pupi Avati: " Ho scelto il contesto musicale, perché ho vissuto in prima persona l' esperienza di essere un musicista jazz senza talento vicino ad un virtuoso, e quindi conosco quelle che sono le sofferenze del protagonista. Il rapporto di Gianca con la musica é quello che ho avuto io: di passione e frustrazione (...)". Sull'impossibile incontro tra talento e passione si muove dunque questa nuova incursione del regista bolognese, che appare ormai sempre più legato ad alcuni riferimenti fissi: la propria città natale, la musica, la gioventù, le età della vita e la memoria che le accompagna. Certo le atmosfere sono azzeccate e coinvolgenti; funziona il procedere a piccoli passi della vicenda dentro i battiti emotivi del cuore; si avverte nell'autore l'intenzione di indagare i mutamenti che incombono nei ventenni, quando arriva il momento di prendere decisioni. Il talento arriva a interrompere l'amicizia, e così l'amore, diverso dall'infatuazione. Tuttavia lo sguardo malinconico di Avati perde compattezza nella descrizione dei fatti collaterali, si smarrisce in figurine di contorno troppo caricata, é inaspettatamente rapido e indifferente nel descrivere rapporti sentimentale e sessuali un po' artificiosi e sopra le righe. Così i buoni propositi sono come sfilacciati, la storia perde mordente, si chiude in situazioni di respiro corto che non danno spazio più di tanto a valori e punti di riferimento utili per gli incerti giovani di oggi. Un film dunque a corrente alternata che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, e segnato da ambiguità. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza dei minori. Stessa cura è da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.
