Mademoiselle

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Donna, Letteratura, Sessualità
Genere
Drammatico, Giallo
Regia
Park Chan-Wook
Durata
139'
Anno di uscita
2019
Nazionalità
Repubblica di Corea
Titolo Originale
Mademoiselle
Distribuzione
Altre Storie
Soggetto e Sceneggiatura
Chung Seo-kyung, Park Chan-wook
Fotografia
Chung Chung-hoon
Musiche
Cho Young-wuk
Montaggio
Kim Sang-bum, Kim Jae-bum

Interpreti e ruoli

Kim Min-hee (Lady Hideco), Kim Tae-ri (Sookee), Ha Jung woo (Il conte Fujiwara), Cho Jin-woong (Zio Kouzuki), Kim Hae-sook (Mrs. Sasaki), Moon So-ri (Zia di Hideco)

Soggetto

Corea coloniale e Giappone negli anni Trenta. La giovane ereditiera giapponese Lady Hideko vive insieme a Sookee, assunta per servirla come sua nuova ancella, ma in realtà segretamente coinvolta nel complotto di un truffatore che vuole frodare la padrona ed ereditane la ricchezza…

Valutazione Pastorale

Park Chan-Wook è nato a Seul il 23 agosto 1963. Si è imposto all’attenzione internazionale, vincendo al festival di Cannes il Gran Premio Speciale della Giuria nel 2003 per Oldboy, e il Gran Premio per Thirst allo stesso festival nel 2009. Altri suoi titoli di cui si è parlato sono Mr. Vendetta (2002) e Lady Vendetta (2005): dai quali facilmente si evince come il suo taglio preferito sia quello della storia drammatica ad alto tasso di narrazione esplosiva ed effetti dinamici. L’incontro tra persone e luoghi sottoposti ad eventi sofferti e logoranti facilmente degenera in scontro fatto di astuzia e sotterfugi, di giochi che chiamano in causa intelligenza perversa e sottile volontà di prevaricare l’avversario. Tutto parte da un romanzo, "Ladra", di Sarah Waters, pubblicato per la prima volta nel 2002 e ambientato nell’ Inghilterra vittoriana, adattato in prima battuta in una miniserie BBC del 2005 con Sally Hawkins e Elaine Cassidy. A domanda precisa sulla definizione del film, il regista risponde: “E’ un film thriller, una storia di truffatori, un dramma con diversi colpi di scena inaspettati e, più di ogni altra cosa, una storia d’amore”. Naturalmente la definizione appare molto generosa, se non altro perché trascura di motivare tutta la non piccola parte molto esplicita di erotismo e di violenza gratuita. Ma è indubbio che risalta la grande bellezza formale dello stile e il regista dimostra una bella mano nel dipingere interni di preziosa ricercatezza formale, non disgiunta da movimenti di macchina particolari e ricercati. La ricerca di originalità è pertanto notevole, e il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico e da affidare a dibattiti.

Utilizzazione

Attenzione è da tenere in caso di utilizzo del film in programmazione ordinaria. Preferibilmente è meglio indirizzarsi verso un pubblico adulto, in grado di condividere misteri e metafore di una lettura non sempre di immediata comprensione.

Le altre valutazioni

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