MARGIN CALL

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Famiglia, Lavoro, Politica-Società, Potere
Genere
Drammatico
Regia
J.C. Chandor
Durata
106'
Anno di uscita
2012
Nazionalità
Stati Uniti
Distribuzione
01 Distribution
Musiche
Nathan Larson
Montaggio
Pete Beaudreau

Orig.: Stati Uniti (2011) - Sogg. e scenegg.: J.C. Chandor - Fotogr.(Panoramica/a colori): Frank G. DeMarco - Mus.: Nathan Larson - Montagg.: Pete Beaudreau - Dur.: 106' - Produz.: Michael Benaroya, Zachary Quinto, Robert Odgen Barnum, Corey Moosa, Joe Jenckes, Susan Leber.

Interpreti e ruoli

Kevin Spacey (Sam Rogers), Paul Bettany (Will Emerson), Jeremy Irons (John Tuld), Zachary Quinto (Peter Sullivan), Stanley Tucci (Eric Dale), Demi Moore (Sarah Robertson), Simon Baker (Jared Cohen), Penn Badgley (Seth Bregman), Mary McDonnell (Mary Rogers), Aasif Mandvi. (Ramesh Shah), Ashley Williams (Heather Burke), Susan Blackwell . (Lauren Bratberg)

Soggetto

Wall Street, 2008. Negli uffici di una grande banca di investimenti, alla fine della giornata di lavoro, Peter Sullivan giovane analista, si rende improvvisamente conto che le valutazioni effettuate dall'azienda sono difettose e il collasso finanziario è imminente. Da quel momento i dirigenti della banca si riuniscono e trascorrono tutta la notte ad elaborare le strategie di uscita dal fallimento. Sam Rogers, esperto agente di cambio, da 34 anni in azienda, riflette con gli altri sui motivi che hanno portato a quella situazione, e si rifugia nella morte del propriocane come momento di attaccamento alla vita. La crisi è aperta.

Valutazione Pastorale

Ad appena tre anni di distanza, e mentre la crisi economica ha ormai assunto connotati internazionali (e rimbalzo di accuse tra gli Stati Uniti e la frammentata Europa), ecco un copione che si focalizza su un'azienda come prototipo di tutte le altre e cerca di capirne precedenti, motivazioni, reazioni. Tutto si svolge negli ampi uffici della ditta, tra piani diversi, alti dirigenti, sottoposti, quadri intermedi, giovani rampanti, e la voglia di non arrendersi all'evidenza. Si comincia con il licenziamento di Eric e, da li, prendono il via il gioco al massacro, il rimpallo di colpe e di responsabilità per una notte e per il giorno successivo. La radiografia di paure, timori, delusioni scorre secca e impietosa, fino a toccare la soglia filosofica che va alle radici di una scelta di vita, del capitalismo, della ricchezza e delle conseguenze prodottesi molte volte già in passato. L'esame è duro, asciutto, senza fronzoli, c'è ampia materia per riflettere e allo stesso momento per entrare nelle scorie caratteriali, nelle ferite affettive e emotive differenti dall'uno all'altro individuo. Un ritratto sofferto e convincente. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte occasioni successive per avviare discussioni su un argomento molto attuale, visto dalla parte americana.

Le altre valutazioni

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