MARIANNA UCRÌA **

Valutazione
Complesso, Discutibile, Dibattiti
Tematica
Disabilità, Donna, Famiglia
Genere
Drammatico
Regia
Roberto Faenza
Durata
108'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Cecchi Gori Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Sandro Petraglia, Roberto Faenza liberamente tratto dal romanzo "La lunga vita di Marianna Ucrìa" di Dacia Maraini
Musiche
Franco Piersanti
Montaggio
Roberto Perpignani

Sogg.: liberamente tratto dal romanzo "La lunga vita di Marianna Ucrìa" di Dacia Maraini - Scenegg.: Sandro Petraglia, Roberto Faenza - Fotogr.: (panoramica / a colori) Tonino Delli Colli - Mus.: Franco Piersanti - Montagg.: Roberto Perpignani -Dur.: 108' - Coproduz.: Cecchi Gori Group Tiger Cinematografica, Italia -Arcturus Production, Francia - Fabrica de Imagens

Interpreti e ruoli

Emmanuelle Laborit (Marianna Ucrìa), Roberto Herlitzka (Duca Pietro), Philippe Noiret (Duca Signoretto), Laura Morante (Maria), Lorenzo Crespi (Saro), Laura Betti (Giuseppa), Bernard Giraudeau (Grass), Leopoldo Trieste, Selvaggia Quattrini, Olivia Magnani, Eva Grieco

Soggetto

In Sicilia, nella prima metà del Settecento, la dodicenne Marianna Ucrìa viene portata dal nonno ad assistere ad una impiccagione, nella speran-za che lo spettacolo possa farla guarire dal mutismo. Ma tutto risulta vano. Marianna non parla e non sente. Viene così indotta dalla madre a sposare lo zio Pietro e, quando arriva a sedici anni, ha già partorito tre figli. Diventata giovane donna, accoglie la visita di un istruttore francese che l'avvia al lin-guaggio dei segni e le fa conoscere le idee filosofiche che si muovono per l'Europa. Quando il marito muore, Marianna si trova a dover gestire la pro-pria vita e i rapporti con gli altri. Dimostra così di aver acquisito una forte personalità che le permette di governare i rapporti con la servitù e una impor-tante relazione sentimentale con il fratello della propria serva Fila. Ormai donna matura e consapevole, Marianna è in grado di capire il terribile segre-to che le era stato nascosto: il suo mutismo è derivato dal trauma provocatole dalla violenza sessuale subita dallo zio Pietro.

Valutazione Pastorale

Il film vorrebe proporsi come la cronaca della matu-razione di una bambina e poi di una donna in un contesto sociale arretrato e degradato. L'argomento è certamente importante e meritevole di attenzione. L'esattezza della cornice storica e l'intensità drammatica dei fatti contrastano con un impianto generale un po' disordinato, non sempre equilibrato nei personaggi di contorno e nella esposizione degli avvenimenti. Dal punto di vista pastorale, non convince il troppo palese riferimento alle situazioni odierne, il parlare di donne di ieri indicando quelle di oggi secondo uno svol-gimento che diventa a tesi e quindi toglie respiro di autenticità e sincerità. Il riscatto della protagonista avviene in un clima illuminista dove si celebra il trionfo della ragione, e la Chiesa vive una stagione di buio oscurantismo. Situazioni articolate e angolature tutte da discutere in un film che resta comunque complesso per i giusti e rilevanti obiettivi che si pone in un'ottica storica e sociale. Utilizzazione: Le osservazioni sopra ricordate sono anche quelle che più invitano ad utilizzare il film come spunto per dibattiti e riflessioni su argo-menti quali la donna nei confronti della società, della famiglia, del matrimo-nio. Importante è anche il problema della violenza sessuale subita, del trau-ma che ne deriva, della voglia di uscire dall'handicap anche contando solo sulle proprie forze. Il film può essere utilizzato anche in programmazione ordinaria per la sue indubbie qualità professionali, con attenzione alla pre-senza dei minori, nei confronti dei quali sarebbe opportuno prevedere qual-che introduzione o spiegazione dell'argomento.

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