MARIE *

Valutazione
Accettabile-riserve, Realistico
Tematica
Adolescenza
Genere
Drammatico
Regia
Marian Handwerker
Durata
100'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Belgio
Titolo Originale
MARIE
Distribuzione
A.B. Film Distributors
Soggetto e Sceneggiatura
Luc Jabon, Catherine Verougstraete Pascal Lonhay, Marie Handwerker
Musiche
Dirk Brosse

Sogg. e Scenegg.: Luc Jabon, Catherine Verougstraete Pascal Lonhay, Marie Handwerker - Fotogr.: (panoramica/a colori) Patrice Payen - Mus.: Dirk Brosse - Montagg.. Denise Vindevogel - Dur.: 100' - Co Produz.: Saga Film, RTL-TV1, Bruxelles - Mesa Productions, Paris - Vermedia, Lisboa

Interpreti e ruoli

Marie Gillain (Marie), Alessandro Sigona (Tonio), Stephane Ferrara (Paulo), Sabrina Leurquin (Carine), Margarida Marinho (Lucia), Aurore Clement (madre di Marie), Jorge Sousa Costa (il Curato), Olivier Assouline, Yves Degen, Jacques Dosquier, Bernard Grazyn, Gerard Vivane

Soggetto

Marie, un'adolescente della provincia belga, è rimasta incinta. Abbandonata dal suo ragazzo Ben, è incerta se tenere o no il bambino: la madre vorrebbe che abortisse, ma lei scappa via dal lettino del medico. Con l'aiuto di uno spacciatore portoghese, Paulo, va a Bruxelles, ma qui Paulo, braccato dalla polizia, fa scendere dall'automobile Marie lasciandole il proprio indirizzo. Raggiunta la casa di Paulo, la ragazza trova il figlio di questi, il piccolo Tonio. Qui la polizia, giunta per perquisire la casa, arresta i due. Marie riesce a fuggire e poi va a liberare Tonio dall'orfanotrofio, celandogli la morte del padre e convincendolo a raggiungere la madre a Videmonte da dove provengono le lettere al figlio. Con l'autostop traversano con molte peripezie la Francia: prendono anche una stanza d'albergo, ma devono fuggire perchè la proprietaria, insospettita, ha avvisato la polizia. Due motociclisti danno loro un passaggio oltre la frontiera spagnola e con uno di essi Marie ha un fugace incontro. Finalmente i due arrivano a Videmonte, ma al villaggio portoghese nessuno vuole parlarle della madre di Tonio. Solo il parroco, dopo aver tentato invano di dissuaderla, comunica a Marie, che rinuncia per amore del piccolo a tornare da sola in patria, il sospirato indirizzo. Recatisi a Lisbona, i due trovano una donna in crisi che si è fatta una nuova famiglia e non vuole saperne del passato e del figlio. Questo, disperato, fugge. Marie lo insegue invano, finchè non teme che sia finito sotto un tram: ma fortunatamente il Tonio è salvo e Marie può riabbracciarlo.

Valutazione Pastorale

dalle brughiere del Belgio alle colline portoghesi questa storia trascina lo spettatore in un lento viaggio sulle problematiche infantili ed adolescenziali, con tanto di ragazza-madre, abbandonata dal padre all'atto della nascita, cui fa da contraltare il bimbo che ha subito praticamente la stessa sorte ad opera della madre. Mentre il piccolo riceve false lettere che lo collegano alla figura materna, Marie non trova nella madre alcun sostegno: anzi la genitrice sarebbe ben contenta che lei si liberasse del nascituro risparmiandole delle preoccupazioni. All'egoismo degli adulti e dei coetanei fa da contrappunto il progressivo affezionarsi della ragazza al bambino, e viceversa, con gli inevitabili screzi ed incomprensioni. Purtroppo tutto questo è raccontato in tono didascalico con un ritmo narrativo che da l'impressione che le sequenze vengano attaccate l'una all'altra per allungare la storia fino alla soluzione finale, peraltro assai poco realistica. La ragazza è incinta e ricercata dalla polizia di tre paesi, ed il bambino è destinato ad un orfanotrofio: quindi si ha l'impressione di un copione tutto sommato posticcio che fa leva sui buoni sentimenti in modo molto approssimativo. Alcuni personaggi di contorno, la fuga dal furgone della polizia e dall'albergo francese sono improbabili.

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