MARPICCOLO

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Famiglia
Genere
Drammatico
Regia
Alessandro Di Robilant
Durata
87’
Anno di uscita
2009
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Bolero Film
Soggetto e Sceneggiatura
Andrea Cotti, Leonardo Fasoli con la collaborazione di Maddalena Ravagli Andrea Cotti e Leonardo Fasoli, liberamente tratto dal romanzo “Stupido” di Andrea Cotti
Musiche
Mokadelic
Montaggio
Roberto Missiroli

Orig.: Italia - Sogg.: Andrea Cotti e Leonardo Fasoli, liberamente tratto dal romanzo “Stupido” di Andrea Cotti - Scenegg.: Andrea Cotti, Leonardo Fasoli con la collaborazione di Maddalena Ravagli - Fotogr.: David Scott - Mus.: Mokadelic - Montagg.: Roberto Missiroli - Dur.: 87’ - Produz.: Marco Donati per Overlook Production e RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Giulio Beranek (Tiziano), Anna Ferruzzo (Maria), Selenia Orzella (Stella), Michele Riondino (Tonio), Giorgio Colangeli (De Nicola), Valentina Carnelutti (prof.Costa), Roberto Bovenga (Trascene), Nicola Rignanese (Franco), Maria Pia Autorino . (Luisa)

Soggetto

Nel quartiere Paolo VI di Taranto, luogo dell’emarginazione periferica, anche Tiziano è un ragazzo al limite: poca scuola, famiglia problematica, fa lavoretti per Tonio, il boss locale, ama Stella, la sua ragazza, e la sorellina Maria. Franco, il padre, è un uomo pavido e ostile. Tutti si fidano di Tiziano, perché credono che abbia una possibilità, pur tra tradimenti, scelte difficili, riappacificazioni. E la voglia di cambiare un destino già scritto.

Valutazione Pastorale

Presentato al festival internazionale del film di Roma nel 2009, nella sezione 'Alice nella città', il film racconta una storia dura di lotta alla propria e altrui emarginazione in un quartiere dove l’illegalità domina incontrastata. La figura del piccolo boss locale, Tonio, disegnata con cura da Michele Riondino, è il contraltare malefico alla voglia di riscatto di Tiziano, l’esordiente Giulio Baranek, un giovane circense che dà corpo e voce al suo drammatico personaggio. I momenti cupi, dolorosi e crudi si alternano alle pause gioiose e agli affetti semplici che il giovane vive con la sorellina e la ragazza, mentre la figura assente del padre è tratteggiata con tocchi essenziali da una regia scarna e da una fotografia che esprime con cura la desolazione del paesaggio e delle anime. In un mondo di derelitti, la speranza di tutti si appunta sul ragazzo e sulla sua coraggiosa voglia di vivere. Nel finale 'aperto', o comunque presentato come una 'doppia scelta' da parte dello spettatore, si apre uno spiraglio di speranza o di piccolo eroismo non inutile. Nonostante il ritmo non sia sempre ben serrato e il montaggio lasci trasparire delle lacune, il racconto regge e, a parte qualche eccesso di crudezza, può venire letto anche nella sua valenza di metafora sulla crescita giovanile. Per questi motivi il film è da valutare come consigliabile, problematico, adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito da recuperare per avviare riflessioni sui temi certo attuali che propone.

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