MELANCHOLIA

Valutazione
Inaccettabile, Negativo
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Andi Engel
Durata
88'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
MELANCHOLIA
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Andi Engel, Lewis Rodia
Musiche
Simon Fisher Turner
Montaggio
Christopher Roth

Sogg. e Scenegg.: Andi Engel, Lewis Rodia - Fotogr.: (panoramica/a colori) Denis Crossan - Mus.: Simon Fisher Turner - Montagg.: Christopher Roth - Dur.: 88' - Produz.: Colin Mac Gabe

Interpreti e ruoli

Jeroen Krabbe (David Keller), Susannah York (Catherine), Ulrich Wildgruber (Manfred), Jane Gurnett (Sarah Yelin), Kai Hardie (Rachel), Saul Reichlin (Dr. Vargas), John Sparkes (Roger Dere), Detlef Berthelsen

Soggetto

David Keller, ex rivoluzionario tedesco del '68, è profondamente deluso dalla inutile vita che conduce da anni. Ora egli lavora a Londra come critico, beve moltissimo, ed ha abbandonato incompiuto il libro che aveva iniziato con entusiasmo. La sua affezionata amica Catherine lo esorta a riprendere a scrivere, e, perchè possa lavorare indisturbato, gli offre per un anno la casa che possiede in Italia nella campagna Toscana. Egli accetta di andarvi presto. Ma poi David riceve da Amburgo una misteriosa telefonata da parte di un ex compagno di lotta del '68, Manfred, il quale, sicuro che egli abbia ancora le idee di una volta, gli comunica che Vargas, un ex torturatore nazista poi trasferitosi in Cile, dove ha ucciso molte persone, giungerà presto in Inghilterra, e si sta preparando un brillante avvenire. Cosicchè, invece di pagare le sue colpe, riuscirà, come tanti criminali nazisti, a godersi la vita. Manfred esorta perciò David ad uccidere quest'uomo per punirlo, ma egli resta indeciso. Però ben presto Manfred gli ordina di sospendere il piano per l'assassinio; infatti ora Vargas può essere molto più utile da vivo che da morto, perchè è disposto a provare l'intervento degli USA nel Salvador pur di salvarsi la vita, che sa minacciata. David è disgustato dall'opportunismo di Manfred. Quando poi incontra Sarah Yelin, una donna triste e sfiorita che ha visto suo marito ucciso da Vargas, ed è stata torturata ferocemente in modo che ha abortito è commosso dalla dolorosa drammaticità dei suoi racconti, e decide di uccidere Vargas, che intanto è giunto a Londra. Introdottosi con uno stratagemma nella sua stanza in albergo, Keller lo ammazza colpendolo alla testa con un tubo di ferro, che si è appositamente procurato, poi fugge, distruggendo ogni prova contro di sé. Incontra in seguito Manfried ad Amburgo, e questi, furibondo, lo insulta violentemente, accusandolo di essere solo uno stupido sentimentale, un vero caso d'infantilismo mentale, finchè David lo uccide, colpendolo alla testa con un pesante posacenere. Infine, impossessatosi di documenti, che lo riguardano, Keller fugge, e raggiunge in Toscana la casa offertagli da Catherine, dove si chiude, serrando porte e finestre: sarà la sua prigione.

Valutazione Pastorale

questa storia di un ex rivoluzionario, che uccide per coerenza, ha molte pretese intellettuali, che vanno dalla citazione di una stampa di Durer (che si chiama come il film), ad una frase di Kafka usata come finale. Ma l'opera di Engel risulta ghiaccia, lenta e confusa, e non certo interessante. Anche l'interpretazione di Jeroen Krabbe, che è David, appare monocorde e inefficace e la trama presenta poi alcune ingenuità. Unica cosa riuscita è la bella fotografia. Dal punto di vista pastorale il film è inaccettabile e negativo, perchè presenta due omicidi commessi spietatamente, solo per rivolta contro il compromesso, e non ha alcun elemento positivo.

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