MI RICORDO, SI, IO MI RICORDO

Valutazione
Accettabile-riserve, ambiguità
Tematica
Genere
Documentario
Regia
Anna Maria Tatò
Durata
95'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
MI RICORDO, SI, IO MI RICORDO
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Anna Maria Tatò
Musiche
Armando Trovaioli
Montaggio
Anna Maria Tatò

Sogg.: Anna Maria Tatò - Sce-negg.: Anna Maria Tatò, Francesco Tatò - Fotogr.: (Panoramica/b.n-a colo-ri) Giuseppe Rotunno - Mus.: Armando Trovaioli - Montagg.: Anna Maria Tatò - Dur.: 95' - Produz.: Mikado Film, Istituto Luce

Soggetto

In Portogallo, nelle pause e nel tempo libero del film (Viaggio all’inizio del mondo) che sta girando con Manuel De Oliveira, Marcello Mastroianni si confessa davanti alla macchina da presa. Come in un flash-back, ripercorre tutta la propria vita: dall’infanzia ai rapporti con i genitori alla scoperta del cinema come spettacolo, dalle prime particine come com-parsa alla scelta dell’attore come ‘mestiere’. E poi le letture, gli autori, il tea-tro, l’Italia uscita dalla guerra mondiale, i colleghi, la feconda collaborazione con Federico Fellini, la fama di ‘latin lover’ da cui non è riuscito a liberarsi. Fino all’oggi, e al compleanno festeggiato sul set e con tutta la troupe a fargli gli auguri.

Valutazione Pastorale

Solo davanti alla cinepresa, Mastroianni parla a lun-go, molto a lungo e a ruota libera. Anna Maria Tatò, regista, si trova tra le mani un materiale lungo alcune ore, e ne cura due versioni, una di quattro ore e un’altra, questa, di 95’. Presentato dopo la morte dell’attore, il film assume la dimensione del testamento in prima persona, una sorta di diario di bordo appassionato e affettuoso in cui Mastroianni fa un bilancio della pro-pria vita e del proprio lavoro. Il film è piatto e poco vivace. Se è vero che non ci sono dubbi sull’importanza dell’attore nel cinema italiano del dopo-guerra, questo documento poco aggiunge alla personalità dell’artista. Forse è vero che la si può considerare l’ultima sua interpretazione, perchè i due piani dell’uomo e dell’attore rimangono abilmente a distanza e, dal punto di vista pastorale, permane un senso di ambiguità che impone qualche riserva. Utilizzazione: più che in programmazione ordinaria, il film è da utilizzare in contesti mirati e motivati (cicli, rassegne, proposte di prodotti insoliti) per riflettere su un tema sempre attuale: qual’è il confine tra realtà e finzione?

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