MILLE BOLLE BLU

Valutazione
Inconsistente, Grossolanità
Tematica
Politica-Società
Genere
Commedia
Regia
Leone Pompucci
Durata
85'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
MILLE BOLLE BLU
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Filippo Pichi, Leone Pompucci, Paolo Rossi
Musiche
Franco Piersanti
Montaggio
Mauro Bonanni

Sogg. e Scenegg.: Filippo Pichi, Leone Pompucci, Paolo Rossi - Fotogr.: (panoramica/a colori) Massimiliano Pali - Mus.: Franco Piersanti - Montagg.: Mauro Bonanni - Dur.: 85' - Produz.: Sorpasso Film

Interpreti e ruoli

Claudio Bigagli (Guido), Paolo Bonacelli (Mario Gora), Stefano Masciarelli (Signor Di Blasi), Carla Benedetti (Signora Di Blasi), Antonio Catania (Evaso Caligiuri), Clelia Rondinella (Moglie dell'Evaso), Matteo Fadda (Sandrino Di Blasi), Giacomo Fadda, Orazio Stracuzzi, Nicoletta Boris, Ludovica Modugno, Cesare Gelli, Gina Rovere., Stefania Montorsi, Stefano Dionisi

Soggetto

nell'estate del 1961 a Roma, in un vasto condominio popolare, alcune persone vivono, nell'arco di due giorni, momenti molto importanti della loro vita, cui fa da scenario il magico spettacolo di un'eclissi totale di sole, che entusiasma l'intelligente Sandrino, un bambino di 9 anni e i suoi amici che giocano e scherzano nel giardino condominiale e sulla terrazza, in cui sono stese le lenzuola. I componenti la famiglia Caliciotti sono in attività per le nozze di Elvira, che sposerà l'indomani, con una cerimonia importante, Vittorio, il figlio del ricco costruttore Gora, cercando di soffocare nel cuore l'amore per Antonio, il fidanzato precedente, col quale litigava troppo spesso, e che era sgradito ai suoi genitori. L'evaso Caligiuri raggiunto il proprio appartamento riesce a farsi aprire la porta dalla sua procace moglie, con la quale trascorre in camera da letto lunghe ore di rinnovata e ardente luna di miele. Il giovane cieco Guido, accudito amorevolmente dall'anziana madre, e i cui soli amici sono i bambini del caseggiato, ha appena subìto una delicata operazione agli occhi e oscilla fra speranza e timore circa l'esito dell'intervento. In casa Rossi è spirato improvvisamente il vecchio padrone di casa, che viveva con la figlia Tecla, quarantacinquenne nubile, e con la fida domestica Sara, madre di un ragazzo mongoloide, allevato dalle suore, al quale il defunto era assai affezionato. Accorrono subito i due figli maschi del morto, Decio e Gino, preoccupati soltanto di decidere insieme alla sorella come spartirsi l'eredità. Tecla vorrebbe tenere per sé l'appartamento, per viverci, sposando un uomo più giovane di lei; Gino, eterno fallito, vorrebbe comprare un negozio e fare fortuna; Decio, che non ha problemi finanziari, progetta acquisti importanti. La sola veramente addolorata è Sara, la domestica, che fa venire suo figlio a portare un fiore al morto. Ma, quando chiusa la bara, i tre Rossi offrono una piccola somma a Sara, ordinandole di andarsene, la donna rivela loro di essere l'erede di tutto. Da un anno era infatti la moglie legittima del loro padre, che l'aveva sposata, chiedendole scusa davanti al prete, perché era pentito di non aver mai rivelato che quel figlio mongoloide era suo, e aveva inoltre fatto giurare alla sposa di non dire niente agli altri figli fino alla sua morte. Finalmente sono le 10,15, ora dell'eclissi, che ha luogo con grande eccitazione dei bambini, mentre l'evaso viene prelevato dai carabinieri. Durante il buio avviene l'ultimo colloquio fra Elvira e Antonio, prima che il padre afferri la ragazza e la carichi in automobile per portarla in chiesa. Guido si strappa intanto le bende in anticipo su quanto gli era stato ordinato: vede il sole e piange.

Valutazione Pastorale

questo film ha due soli meriti: la colonna sonora, composta da belle canzoni d'epoca, nelle esecuzioni del tempo e la ricostruzione ambientale, molto accurata e precisa. Ma per il resto, mentre la vicenda è un insieme di episodi banali a volte grossolani, svolti con molta superficialità e spesso inconsistenti, la regia di Pompucci non riesce a dare al film un carattere. Gli interpreti sono tutti insoddisfacenti nei loro ruoli: Claudio Bigagli (Guido, il cieco); Paolo Bonacelli (Mario Gora, il costruttore); Antonio Catania (l'evaso); Stefano Masciarelli (Di Blasi, padre di Sandrino); Stefano Dionisi (Antonio); Stefania Montorsi (Elvira). Il migliore di tutti, anche perché è un personaggio simpatico, è Matteo Fadda (Sandrino).

Le altre valutazioni

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