MISS JULIE

Valutazione
Accettabile-riserve, problematico
Tematica
Male, Politica-Società, Psicologia, Teatro
Genere
Drammatico
Regia
Mike Figgis
Durata
105'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
Miss Julie
Distribuzione
CDI - Buena Vista International Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Helene Cooper tratto dal dramma "La signorina Giulia" di August Strindberg
Musiche
Mike Figgis
Montaggio
Matthew Wood

Orig.: Gran Bretagna (1999) - Sogg.: tratto dal dramma "La signorina Giulia" di August Strindberg - Scenegg.: Helene Cooper - Fotogr.(Panoramica/a colori): Benoit Delhomme - Mus.: Mike Figgis - Montagg.: Matthew Wood - Dur.: 105' - Produz.: Mike Figgis e Harriet Cruiskshank.

Interpreti e ruoli

Saffron Burrows (miss Julie), Peter Mullan (Jean), Maria Doyle Kennedy . (Christine)

Soggetto

Nord della Svezia, 1894. In una ricca tenuta é in pieno svolgimento la festa di mezza estate, quando il tramonto dura un'intera notte e la presenza del sole rende tutto più magico. La giovane contessa Julie, ultima discendente della nobile famiglia dei proprietari della tenuta, si unisce alla festa dei suoi servi, incurante del loro imbarazzo per la sua presenza ed ignorando quello che pensano di lei: conoscono infatti qual' é il loro posto, mentre lei sembra non sapere qual'é il suo. Nella grande cucina, Julie comincia a stuzzicare Jean, il fedele servitore del padre, si diverte ad osservare l'imbarazzo che provoca in lui, invitandolo a ballare e sfidando i pettegolezzi. Jean chiede alla cameriera Christine, sua fidanzata, di aiutarlo a non farsi imbrigliare ma lei replica che non può in alcun caso mettersi contro i voleri della padrona di casa. Mentre la notte avanza, Christine sotto l'effetto del vino si addormenta. Tra Jean e Julie la conversazione dagli iniziali toni scherzosi passa ad altri, via via più seri, aspri, duri. Giocando pericolosamente con il proprio ruolo di padrona, Julie scatena in Jean una serie di reazioni ora disincantate, ore beffarde, ora cattive. L'opera di seduzione reciproca esplode in un rapporto rapido e bruciante. E dopo che il 'fatto' é avvenuto, niente é più come prima. Invitata da Jean a fuggire, dopo aver rubato i soldi del padre, per costruire insieme una nuova vita, Julie cade in preda all'angoscia. Jean si spazientisce, e uccide il canarino che lei voleva portare con sè. Alle soglie del nuovo giorno, viene annunciato il ritorno del padre. Scappare ormai non é più possibile. In balia dei rimorsi e di un forte senso di colpa, Julie comprende ora l'insania dei propri gesti: Jean la tiene in suo potere. Allora si allontana nei prati. Poco dopo da una fontanella, insieme all'acqua esce un rivolo di sangue.

Valutazione Pastorale

August Strindberg, drammaturgo svedese (22 gennaio 1849 - 14 maggio 1912), ha descritto nei propri testi il senso di smarrimento e di angoscia che ha attraversato la borghesia europea sul finire del 19° secolo: anni in cui la progressiva affermazione degli stati nazionali imponeva di rivedere tradizioni, abitudini, rapporti sociali. In questo senso "Miss Julie" rappresenta il punto più forte di una dolorosa e amara presa d'atto: i ruoli scritti non bastano ad affermare una personalità. L'inconscio pesa su ciascuno di noi e sgretola le barriere della convenzione. Ma il ribaltarsi della situazione tra servo e padrone non ha, in Strindberg, risvolti politici o iedologici, indica la scoperta di una convivenza tra anima e corpo più difficile del previsto, la constatazione che spirito e materia creano dentro di noi profonde e spesso non ricucibili fratture. Rimanendo assolutamente fedele allo schema drammatico scritto dallo svedese, Figgis sceglie lo stile giusto: la m.d.p. incombe con il primo piano sui personaggi, tirando fuori dai volti ogni minima sfumatura caratteriale. Pur concludendosi con un suicidio, la poetica strindberghiana non é da ritenere pessimista: va inquadrata in quegli anni, di cui è specchio fedele e utile ancora oggi. Nel film (come nel testo) ci sono dolore, rabbia, furore ma anche compassione, pietà, desiderio di stare accanto a un uomo e a una donna acerbi, scoperti, indifesi. Per queste suggestioni coì autentiche e attuali il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, con qualche riserva per alcuni momenti del dialogo, e complessivamente problematico. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. In altre occasioni, il film é da proporre come esempio riuscito di rapporto tra teatro e cinema.

Le altre valutazioni

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