MISTER CHOCOLAT

Valutazione
Consigliabile, problematico
Tematica
Amicizia, Il comico, Razzismo, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Roschdy Zem
Durata
119'
Anno di uscita
2016
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Mister Chocolat
Distribuzione
Videa
Soggetto e Sceneggiatura
Cyril Gely, adattamento di Roschdy Zem e Olivier Gorce liberamente tratto da "Chocolat Clown Negre" di Gerard Noiriel
Musiche
Gabriel Yared
Montaggio
Monica Coleman

Orig.: Francia (2015) - Sogg.: liberamente tratto da "Chocolat Clown Negre" di Gerard Noiriel - Scenegg.: Cyril Gely, adattamento di Roschdy Zem e Olivier Gorce - Fotogr.(Panoramica/a colori): Thomas Letellier - Mus.: Gabriel Yared - Montagg.: Monica Coleman - Dur.: 119' - Produz.: Eric e Nicolas Altmayer.

Interpreti e ruoli

Omar Sy (Chocolat), James Thierree (Footit), Clotilde Hesme (Marie), Olivier Gourmet (Oller), Frederic Pierrot (Delvaux), Noemie Lvovsky (m.me Delvaux), Alice de Lencquesaing (Camille), Olivier Rabourdin (Gemier)

Soggetto

In un circo che fa spettacoli in piazze di provincia, il clown Footit conosce il collega Chocolat, così chiamato perché di colore. Lo convince dell'opportunità di formare un duo comico. Insieme arrivano a Parigi, dove in breve tempo ottengono un imprevisto successo. Fama, notorietà, pubblicità: Chocolat si fa travolgere dalla bella vita nella Parigi della Belle époque. I rischi ci sono e si materializzano nella discesa di Chocolat nell'inferno del gioco d'azzardo, delle carte, infine della discriminazione razziale. Chocolat prova più volte a tirarsi su ma il vizio è difficile da vincere...

Valutazione Pastorale

La storia è vera, i due clown sono veramente esistiti, e gli sceneggiatori riferiscono di aver scoperto per caso nel 2009 i loro nomi, grazie ad un articolo su l'Express, cronaca di uno spettacolo dal quale si deduceva che il primo artista negro delle scena francese era stato un clown. Su queste premesse realistiche potevano essere costruiti film di varia natura, in direzioni imprevedibili. Roschdy Zem ha scelto una regia che sta alla lettera dei fatti e, curiosamente, inciampa ogni volta che il tono del copione potrebbe cambiare. Quando c'è aria di novità, il racconto torna indietro e ei rimette in carreggiata sui binari più prevedibili. Il vero difetto delle sceneggiatura è infatti nel rinunciare alla novità a favore di uno svolgimento oltremodo banale. Alcool, gioco d'azzardo, debiti, la parabola che dal successo riporta indietro alla rovina. Tutto concorre per dare spazio (troppo) ad un inutile melodramma. A completare l quadro ci sono i sobbalzi dovuti agli scontri per il razzismo (Chocolat in carcere) e l'arrivo della malattia. Insomma gli ingredienti ci sono tutti per comporre la versione filmica di un romanzo d'appendice di fine Ottocento. Dal punto di vista pastorale il film, comunque ben realizzato, è da valutare come consigliabile e problematico per i molti temi che suggerisce, sia pure svolti con una certa superficialità.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione orinaria e in occasioni successive come ricostruzione mossa e dinamica di un periodo recente molto movimentato della storia francese.

Le altre valutazioni

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