MR. SABATO SERA

Valutazione
Discutibile, Grossolanità
Tematica
Genere
Commedia
Regia
Billy Cristal
Durata
115’
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
MR. SATURDAY NIGHT
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Billy Cristal, Lowell Ganz, Babaloo Mandel
Musiche
Marc Shaiman
Montaggio
Kent Beyda

Sogg. e Scenegg.: Billy Cristal, Lowell Ganz, Babaloo Mandel - Fotogr.: (normale/a colori) - Mus.: Marc Shaiman - Montagg.: Kent Beyda - Dur.: 115’ - Produz.: Billy Cristal

Interpreti e ruoli

Billy Cristal (Abie Yankelman), David Paymer (Stan Yankelman), Julie Warner (Elaine), Helen Hunt (Annie), Mary Mara (Susan), Ron Silver (Larry Meyerson), Jerry Orbach, Sage Allen, Jason Marsden, Michael Weiner, Larry Gelman, Kay Freeman, Howard Mann

Soggetto

Abie e Stan Yankelman, fin da ragazzi, sono il divertimento della loro numerosa famiglia ebrea: il mondo dello spettacolo li attira, ma mentre Stan, più introverso e timido, resta dietro le quinte a fargli da manager, Abie, assunto il nome di Buddy Young jr., diventa negli anni ’40 un comico di successo, tanto da guadagnarsi l’appellativo di Mister Sabato Sera. Carattere irascibile e permaloso, con una comicità al vetriolo, Buddy riesce a carpire a Stan la bella Elaine, che diventa sua moglie e gli dà una figlia, Susan. Ora che è vecchio e senza lavoro, vive soprattutto di ricordi, rivivendo i trionfi, i litigi coi collaboratori, il rapporto col fratello-manager, che si è interrotto dopo anni di sodalizio con un brusco litigio. Mentre Stan si ritira in Florida coi nipoti, Buddy tenta di trovare una scrittura. Lo aiuta Annie, un’agente teatrale che gli procura addirittura un colloquio con un celebre regista, Larry Meyerson, suo ammiratore: ma, all’ultimo momento la sua parte viene data ad un altro attore che aveva una prelazione. La morte della mamma è occasione per una commemorazione sui generis, ma molto toccante, di Buddy: l’anziana donna ha lasciato 13.000 dollari e Stan li cede al fratello, che a sua volta decide di darli alla figlia Susan, con la quale, anche in seguito ad un processo per furto e detenzione di droga, era in disaccordo da tempo. La riconciliazione con la figlia coincide con la ripresa di un’attività di spettacoli per anziani, che lo riporta, con la moglie che lo accompagna di nuovo come ai primi tempi, nei suoi vagabondaggi da un palcoscenico all’altro.

Valutazione Pastorale

la comicità anni ’40 e ’50 negli Stati Uniti, sulla scia dell’entusiasmo post-bellico, esplose soprattutto nella trasgressione verbale: battute oscene ed irriverenti sui personaggi della cultura e dell’establishment; impietose prese in giro dei difetti degli spettatori. La volgarità e la scurrilità sono la caratteristica meno gradevole e pastoralmente discutibile del film, anche se sono evitate situazioni o immagini scabrose o sconvenienti. Un linguaggio del genere in un contesto come quello che il film dipinge a forti tinte, è proposto per un tempo francamente troppo lungo, con continui, ripetitivi flash-back, che finiscono per tediare. Un personaggio come quello del fortunato show televisivo di Billy Crystal non può divenire simbolo di una generazione di comici che è costituzionalmente lontana dalle sue capacità, e che lui chiaramente vuole rinverdire ed osannare. Dà molto fastidio oltretutto un trucco pesantissimo per invecchiare i personaggi che, specialmente nel caso di Crystal e della Warner diventano grotteschi mascheroni. L’unico momento veramente patetico del film è la commemorazione della madre da parte di Buddy, valide sia talune sequenze, come quella dei due ragazzi che si esibiscono davanti alla famiglia esilarata, sia la fotografia a volte assai suggestiva.

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